1° Itinerario - Dal Centro Storico al Faro - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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1° Itinerario - Dal Centro Storico al Faro

Difficolta dell'itinerario: FACILE, visita alle grotte MEDIO
Utilizzo autovettura: SI fino alle grotte
Tempo medio del viaggio: 3 ore

1. Iniziamo l'itinerario da Piazzale San Francesco presso il Centro Storico di San Felice Circeo. Imboccando via del Faro ci si trova, quasi subito, il villino Blanc a monte e dopo circa 200m. Villa Aguet a valle col viale di cipressi e piante esotiche che conduce a quest'ultima. Villa Aguet vanta il parco più esteso e più caratteristico del Circeo, 22 ettari circa di macchia mediterranea, qui sorge un casino da caccia costruito dal principe Stanislao Poniatowsky ll'inizio dell'Ottocento. Via del Faro è un percorso panoramico ed è piacevole percorrerlo.
Villa BlancViale alberatoVilla Aguet

Villa Aguet
Villa Aguet
2. Si attraversa quindi una conca e Il Bosco ombreggiata da lecci secolari e chiusa in alto dalla roccia a semicerchio. Lungo il confine del Parco Aguet a metà circa della rampa, sulla parete rocciosa, è incisa l'Iscrizione Romana, risalente al I secolo a.Cr. Da questa posizione (gliù sprufunne, in dialetto) è possibile ammirare, oltre al panorama mozzafiato, anche villa Aguet. Questa iscrizione, essendo il fondo stradale più elevato, era al tempo dei Romani ad altezza d'uomo e poteva essere letta comodamente. Di fronte, sul ciglio della rupe, vi era un parapetto di roccia, alle base del quale l'azione dell'acqua aveva modellato una specia di enorme mano: la Mano del Demonio. E' questa forse la più celebre e importante iscrizione del Promontorio, la 6430 del C.I.L.,. La probabile lettura integrata dell'iscrizione è la seguente:

AD
PROMUNTUR VENERIS
PUBLIC CIRCEIENS
USQ AD MAREM
A TERMINO LXXX
LONG PEDES L T PE CCXXV
Bosco di lecci secolariIscrizione Romana
C.I.L. 6430


3. Fino alla curva di Torre Fico il panorama è sempre grandiosamente maestoso. L'altezza dello strapiombo arriva a oltre 100 m. da qui è possibile ammirare il Porto turistico che rimane proprio di sotto. Fra la vegetazione, di spalle, si intravede appena la sagoma di un'altare con croce del 1932 in memoria del barone James Aguet. A valle, più avanti, si trova Torre Fico, la prima delle quattro che orlano la scogliera del Promontorio. Sulla linea dell'orizzonte si possono osservare le isole pontine: Palmarola, Ponza e Zannone.
Porto TuristicoAltare AguetTorre Fico
Porto turistico del Circeo
Altare Aguet
Torre Fico
4. Oltrepassata la curva di Torre Fico si entra nel versante nord del Promontorio ovvero la zona conosciuta come Quarto Caldo, o Vanna di là. Subito a destra inizia il sentiero della  Strada del Sole (che vedremo in un'altra sede) che segue parallela, ma più in alto, la strata sottostante e arriva in fine nei pressi del faro. Si tratta di un percorso prevalentemente pedonale, nel quale è possibile ammirare il Mar Tirreno in tutta la sua vastità in un contesto naturalistico particolarmante suggestivo. Dalla Strada del Sole si accede ad un altro sentiero, realizzato dagli Alpini durante l'ultima guerra, che sale con una serie ripidi tornanti fino all'osservatorio. Il nostro itinerario, invece, prosegue lungo la strada carreggiabile e poco più avanti si incontra, a sinistra, il sentiero per Torre Fico che è purtroppo parzialmente accessibile essendo all'interno di una proprietà privata. Da questo accesso era possibile raggiungere il piazzale della Torre con vista sul mare.
Strada del SoleSentiero per Torre Fico
Strada del Sole
Sentiero per Torre Fico
5. Terminato il tratto in discesa di via del Faro si accede al sentiero per grotte. Raggiunta l'area di sosta di scende verso il mare seguendo le indicazioni in loco. Si sconsiglia l'escursione alle persone con problemi deambulatori in quanto alcuni passaggi fra le rocce sono particolrmente difficili da affrontare. Le grotte in questa zona sono tre: la Grotta delle Capre, la Grotta dell'Impiso (o dell'Impiccato) e la Grotta del Fossellone. La Grotta delle Capre è la più famosa e visitata fra le grotte del Circeo insieme alla Grotta Guattari. Appena entrati ci si trova al cospetto di un maestoso salone a forma di cupola alto oltre 15 metri. La grotta ricorda con i suoi echi l'interno di una cattedrale e si è immersi piacevolmente in una atmosfera fuori dal tempo. Una recente scoperta ha portato alla luce lo scheletro di un bambino custodito all'interno di un anfora romana. Questo tipo di sepoltura, detto enchytrismòs, veniva praticato per inumare i bambini e consisteva nel deporre il corpo all'interno di un vaso in terracotta con il corpo in posizione rannicchiata. Antichamente l'antro era conosciuto come Grotta della Maga, nel quale la leggenda antica vuole che la Maga Circe elaborasse qui i suoi incantesimi. La Grotta dell'Impiso prende nome da una stalattite che pende dalla volta è al di sotto del livello del mare ed è parzialmente visibile dalla scogliera adiacente. Gli antichi naviganti vedevano in quella stalattite una persona pendente da un cappio. La Grotta del Fossellone, contigua alla precendente, ha la volta crollata e non è accessibile.

Grotta delle CapreGrotta dell'ImpisoGrotta del Fossellone
Grotta delle Capre
Grotta dell'Impiso
Grotta del Fossellone
6. Proseguendo verso il Faro, al di sopra della strada, rimangono i ruderi di una cisterna romana traformata nel medioevo in luogo di culto, il Romitorio del Santissimo Salvatore. Queste sono le rovine che l'architetto Sebastiano Cipriani nel 1720 attribuisce al Sepolcro di Elpenore. Qui sorgeva una villa romana dove attualmente non rimane quasi più nulla eccetto tre conserve d'acqua. Nel Romitorio è ancora visibile un antico affresco medievale che rappresenta il Salvatore e la Beata vergine che gli si rivolge in atto di preghiera e si osservano altri due soggetti probabilmente i due protettori del paese del tempo San Cesareo e San Sebastiano. Attualmente il bene archeologico non è accessibile al pubblico in quanto si trova all'interno di una proprietà privata.
RomitorioAffresco del Santo Salvatore
Romitorio del Santo Salvatore
Santo Salvatore
7. L'ultima tappa del primo itinerario è il Faro di Capo Circeo costruito per ordine di papa Pio IX nel 1866. Il Capo Circeo è l'estremità meridionale del Promontorio dove anticamente forse già esisteva un approdo Romano. Alcune scalette ricavate dalla roccia conducono in una piccola area di approdo nella quale, un tempo, la Marina depositava i periodici rifornimenti, in genere idrocarburi destinati al funzionamento dell'impianto. Il Faro è composto di un fabbricato bianco abitato dal personale civile ivi operante, amministrato dalla Marina Militare Italiana, con addossata una torre di 18 metri, l'altezza della luce sul livello medio del mare è di 38 metri e la portata complessiva di circa 30 Km.
Il Faro di Capo CirceoLe Scalette
Faro di Capo Circeo
Le Scalette
1. Aggiornamenti e fotografie a cura di Carlo Gallone
2. Fotografia della Grotta del Fossellone e Grotta dell'Impiso, fonte: Wikipedia
3. Fotografie del Romitorio AA.VV.
21 febbraio 2024 | aggiornamento n.8
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