Torre Vittoria (Santa Vittoria, San Felice) - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
Vai ai contenuti

Torre Vittoria (Santa Vittoria, San Felice)

1699
2008
Anno di costruzione:
1631
Committente:
Francesco IV Caetani Duca di Sermoneta
Progetto:
Bartolomeo Breccioli

Storia della torre

Sorta nel terzo decennio del secolo XVII. La torre si sarebbe chimata Torre Vittoria dopo un combattimento vittorioso avvenuto nel 1808 contro una fregata inglese. Ma anche prima si chiamava Torre Vittoria o Santa Vittoria. La torre, nel 1808, subì 22 colpi di cannone da parte della flotta inglese. La guarnigione non soffrì perdite di vite umane, mentre una delle navi nemiche colò a picco nella spiaggia di Caprolace.

1691 - relazione di Giuseppe Miselli: "Gionto alla Torre Vittoria del Sig. Duca Gaetano, vi ho trovato Giuseppe Ascolano Torriero provisonato di scudi 15 il mese, con patente di S.S.ll.ma et Andrea Giacomo Tortolani e Giuseppe Galisi suoi soldati. Questa torre è l'ultima della Giurisdizione del S. Duca Gaetano, situata nella pianura fuori del monte, nella spiaggia di Terracina, lontano dall'acqua marina passi 63 incirca, et un miglio dalla terra di S. Felicita, luogo di detta Ecc.za posto nella falda del Monte Ciorcello dalla banda di terra, nel quale il Sig. Duca sud. ha il Palazzo fatto ad uso di fortezza, armato di proprie armi, e questo non soggiace alle visita... (Archivio Caetani)".

1720 - relazione del Capitano Giuseppe Mattoli: "Nel caso deplorabile della Terra di S.Felice seguito la mattina avanti giorno delli tre Maggio corrente, io mi ritrovavo nella Torre Vittoria... intesi tre hore all'incirca avanti giorno alcuni spari in detta Terra, il che da principio fece passarmi per la mente si facessero per la Festa della SS.ma Croce... viddi arrivare da dieci, o dodeci persone, che parea andassero danzando, e spararono un archibugiata all'aria, passando via sollecitamente; ed essendosi anche affacciato dalla parte di terra il Comandante della Torre, fece alla predetta Gente il chi va lì, ed essa gli rispose con due archibugiate, oltre averli detto esser gente della Moletta, il che da me non fu inteso; ma bensì riferitomi dal Comandante, qual mi aggiunse che per certo erano Contrabandieri che, aspettando qualche bastimento di Contrabbando, andavano longo la spiaggia con quel rumore per farsi sentire; per il che salimmo immediatamente alla Piazza d'Armi, e tirato un mortaletto, dopo di cui, disse il Soldato che, data una guardata verso Olevola, gli pareva vedere una barchetta approdata a quella spiaggia... dopo poco spazio di tempo, vedemmo muovere detta barchetta, unitamente con un altra, ed al principio credemmo potessero venire all'obbedienza, perchè partendo della spiaggia più vicina ad Olevola che alla Torre Vittoria, venivano inoltrandosi in mare verso di noi... poichè li viddimo inoltrarsi sempre più in mare... gli fu sparato, ma per buona sorte di chi v'era dentro, la palla, che prima di giungere alla Lancia, diede nell'acqua, di dove zompò la detta lancia senz'offenderla, e ciò non fu da niun di noi potuto scorgere per la fumata che fece il tiro... E più tardi sparò due, o tre mortaletti la Torre della Terra di S.Felice in tempo che erano passate giù per la spiaggia alcune povere donne della Terra... da quali intendemmo che il prefato rumore erano stati Turchi, che havevano fatto molti schiavi, che si conoscevano imbarcati alla punta del Monte tra la Torre Vittoria et il Fico in un certo ridossetto che anch'io mi portai a vederlo, e vi riconobbi gran calpestio."

1727 - lettera dal vice comandante di Torre Vittoria al Tesoriore della R.Camaera Apostolica:"Partecipo V.S.Ill.ma come Domenica li 4 del corrente verso le ore 22 diede fondo sotto di questa giurisdizione per il vento contrario una Tartana a un albore con bandiera francese e, venuta all'obbedienza, acconsentii che giungesse al lido con la lancia. Il padrone di detta tartana mi disse che... venivano da Tunisi (omissis) e riferirono che li schiavi di San Felice stavano tutti bene, e stavano al Palazzo del Bei, però tutti separati. Bortolo Morlani sta al forno del medesimo e Felice Antonio Egidi alla fabrica a lavori con la coffa; le femmine stanno la maggior parte in casa de Ministri del suddetto Bei, il figlio maggiore del p.Cipollone lo tiene il Capitano renegato della Nave che fece il sbarco. Dice ancora questo Padrone che il Console di Francia s'affatica grandemente per concludere il contratto del riscatto con quel Bei, e che li abbia offerto cinquecento piastre per persona e che i sudetto stii firte su le seicento, con avvertenza che la piastra è di sei giuli e mezzo (Arch.Storico Roma)".

1773 - a Torre Vittoria vi erano "1 cannone da 6 con 30 palle e 70 casse di polvere (Arch.Storico Roma)".

1792 - guarnigione di presidio: "Caporale Vincenzo Caroccia. Soldati: Crescenzo Zoina, Luigi Caroccia, Domenico Innocenti, Francesco Antonio Galisi, Francesco De Sanctis (Rollo dei capi e dei soldati del dipertimento di S.Felice".

1806
- La notte del secondo giorno di Pasqua si presentarono vicino la Torre una moltidudine di persone, in realtà, si venne a sapere successivamente, si trattava fanterie francesi. Il sergente Di Prospero, sospettando di essere minacciato dai corsari recentemente approdati in quella spiaggia, fece suonare la piccola campanella d'allarme, onde avvertire i paesani. L'allarme raggiunse San Felice provocando non poco panico fra la popolazione la quale chiuse l'unico portone d'accesso al centro storico. I Francesi, nell'impossibilità di entrare e indispettiti, diedero fuoco ad alcune travi sistemati nelle vicinanze delle mura. Il giorno successivo, gli stessi soldati francesi (Corsi) provenienti da Terracina per ispezionare la spiaggia, furono fatti entrare e si trattennero qualche giorno.

1808
- Ottobre: Torre Vittoria intervenne per soccorrere una tartana livornese minacciata da una nave inglese. Lo stato Pontificio, a cui apparteneva la torre, era occupato dai francesi ed era in vigore il blocco napoleonico.


"Nel mese di ottobre dell'anno 1808 trovandosi ancorata nelle vicinanze di torre Vittoria una così detta Tartana Livornese carica di vino, e di altre mercanzie colà rifugiatasi per liberarsi da una Fregata Inglese, che gli veniva d'appresso con una lancia; il capo della torre un tal Millozzi Sanfeliciano ordinò il fuoco, e con un tiro di cannone a mitraglia colpì la Lancia in modo da farla quasi sommergere. La Fregata inviò altra lancia in soccorso della prima, ma retrocedendo ambedue verso di essa accompagnate vennero da continui colpi di cannoni; ed una palla tirata con arte dalla torre poco mancò che non la facesse affondare, mentre lo sbuffo delle acque già le aveva occupate, ed i rematori si affaticavano per giungere a salvamento. Riconosciutosi dal comandante la Fregata il danno sofferto da questa piccola zuffa, subito ordinò la vela, e giunto in alto mare con un colpo di cannone diede il segno di chiamata ad una Corvetta, due Brich, due Cannoniere, una Galera ed una Scorridora, che trovavansi stanziate in prossimità dell'Isola di Ponza. Uniti si ancorarono questi Navigli ad una giusta distanza, e la Scorridora più di ogni altra si approssimò  con molte lance alla torre, che affollate procurarono di predare la Tartana Livornese. La torre attaccò vivo fuoco, che fu corrisposto e mantenuto da tutti i bastimenti continuamente dalle ore 19 fino ad un'ora di notte circa. Ricevette la torre 22 colpi, le di cui orme si osservano tuttora nelle pareti, ma non ne venne minimamente offesa, ne alcuno degli individui di guarnigione ivi esistenti. Lo stesso però non accadde dei Bastimenti, che colpito uno nel cassero andiede a picco nella spiaggia di Caprolace, dove fece il suo deposito. Della Vincita riportata da questa torre, e con molta fatica dei combattimenti in tale circostanza, non ne venne più dimenticata la memoria, poichè sempre continuò a chiamarsi torre Vittoria" [1].


1809
- Maggio: una flotta ostile inglese dopo aver tentato vanamente di occupare con l'inganno Torre Paola viene cannoneggiata per diverse ore e costretta alla fuga.

1839 - Alla destra della torre sorge il palazzetto fatto costruire Stanislao Poniatowsky, dal cui balcone si affacciò Gregorio XVI durante la sua visita al paese. Scrive il Principe Vittorio Massimo nella sua relazione: "La passeggiata di sua santità terminò quella mattina alla Torre Vittoria... dove la Reverenda Camera possiede anche un piccolo palazzo, nel quale sua santità entrò per riposarsi... Ivi era schierata la truppa con la banda dei dragoni di Roma, e Sua Santità, dopo aver compatito la benedizione a vari pescatori, che le offrirono i frutti della loro pesca, rimontò con suo seguito in carrozza per tornare a San Felice".

1853
- Maggio: papa Pio IX sbarca presso la torre e visita il paese.


1. Giuseppe Capponi, Il Promontorio Circeo, 1856.

(rev.1 26/4/2008)

5 settembre 2015 | agg.6


Galleria Immagini della Torre Vittoria

Torna ai contenuti