Templari del Circeo - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Templari del Circeo

Antiqua Circaeiensis Charta ab Angelo Breventano delineata (1595)

Descrizione del monte Circeo ed adiacenze, inserito nel riquadro in basso a sinistra nell'incisione su rame che rappresenta il territorio del Latium di Abramo Ortelius (1595). Qui il promontorio è opera descritta da Angelo Breventano, che ricostruisce in modo accurato la morfologia del sito, palesando una precisa conoscenza del territorio. Vengono riportate le torri costiere (torre Vittoria non era ancora costruita), le grotte e i tre livelli del monte Circeo: quello del paese di S. Felice con la torre dei Templari, quello dell'insediamento dell'Acropoli (mura ciclopiche: Città vecchia) e la vetta più alta, dove ancora rimangono le tracce del tempio di Circe.

Anche il sito dei laghi costieri con i reperti archeologici di ville romane (Anticalie) sono segnalate con rigore.Si può anche notare l'infida scogliera del promontorio, che offre "caverne fatte dal flusso et reflusso del mare, dove tal hora se nascondeno turchesche". Allora (sec. XVI) il territorio del Circeo qui descritto apparteneva ai Caetani. Ordine monastico guerriero fondato nel 1118 da Ugo dei Pagani di Nocera dei Pagani, oggi Nocera Inferiore in provincia di Salerno, con i Cavalieri francesi in Gerusalemme.

Il centro storico di S. Felice Circeo
(fine seicento)

L'impianto urbanistico del centro storico è già ben delineato nella sua geometria urbanistica regolare, circoscritto dalle mura di cinta e armonicamente compattato nel complesso del Palazzo Baronale, Torre dei Templari e Convento (qui evidenziato dal resto del paese).

(((LeggendaA - Palazzo dell'Ecc.ma CasaB - Cortile del detto PalazzoC - Porta del detto cortileDD - Torre e BaluardoE - ConventoF - Chiesa del ConventoG - PrigioneQuindi:H - Chiesa Parr. del Carmine (attuale "Belvedere")L - Cimitero (att. "Belvedere")M - Porta della Terra (la porta principale d'accesso al paese).

Si noti al n. 16 il sito della grande stalla, dove verrà in seguito costruita e poi ampliata a tre navate, utilizzando la stradine di fianco, la nuova chiesa parrocchiale di S. Felice Martire.)))

La rocca Circea

La medioevale rocca Circea, adagiata sul terrazzo del promontorio (m. 98), avamposto strategico e fortificato dello Stato Pontificio, fu potenziato nella prima metà del Duecento dall'imponente torre dei Templari all'interno della RoccaAi Cavalieri del Tempio si deve con tutta probabilità il potenziamento della Torre, insieme al Convento. Dagli inizi del Trecento il feudo appartenne ai Castani. Qui è riprodotto i plastico volumetrico del Palazzo Baronale, Torre dei Templari e Convento, così come appariva presumibilmente nel Seicento.

I Templari nel Lazio Meridionale

La istituzione dei Templari (1119) si pone come difesa della Terra Santa contro la pressione islamica, dopo la conclusione della prima Crociata (1099).Essa si configura come Ordine religioso-militare con sede a Gerusalemme sulla spianata del Tempio e si avvale - non solo nel medio Oriente, ma anche nell'Occidente cristiano - di basi strategiche a baluardo della cristianità non solo contro l'Islam (vedi penisola iberica), ma anche contro i particolarismi feudali e nella assoluta fedeltà al papato.

In Italia, il centro più importante, dal punto di vista politico e religioso, per la particolare vicinanza alla S. Sede, era per i Templari il complesso di S. Maria in Aventino, da cui dipendevano nel Lazio Meridionale la Chiesa di S. Maria della Sorresca sul lago di Paola (prima appartenuta ai Benedettini, poi ai Brasiliani) e la vicina rocca di S. Felice Circeo, da dove i Templari potevano controllare un lungo tratto di costa, da Terracina ad Anzio (scorrerie saracene, ma anche da iniziative imperiali contro il papato).

I Templari in San Felice Circeo

Tra mito e realtà, tra storia e leggenda continua il viaggio sul litorale pontini. La finestra si apre sul Monte Circeo: ecco la Torre dei Templari a S. Felice Circeo e sullo sfondo il complesso della Sorresca a Sabaudia. Un viaggio nel tempo indietro di otto secoli… e appaiono i monaci dell'Ordine dei Tempio con i loro mantelli bianchi aleggianti sulle mura dell'antica Circeii, mentre disegnano l'impianto fortificato, come anni prima sul fiume Togo in Portogallo, per difendere e riunire la popolazione dispersa nel territorio circostante.

Invece nella tenuta sul lago di Paola, a Sabaudia, eccoli intenti ad indicare quali prodotti, agricoli, pastorali e ittici, avviare redditiziamente negli incolti e umidi ambienti pontini, di sostegno all'attività militare in Terrasanta. La presenza dei monaci guerrieri in questi luoghi rievoca il mistero e le avventure della loro leggenda. Ma soprattutto rimanda ad una rivisitazione storica e culturale del territorio pontino, nell'ambito di vicende e tematiche connesse alla storia ufficiale dell'Ordine religioso-cavalieresco, che si lega a riflessioni strettamente sentite al nostro presente. Perché i Templari, estinti secoli fa, hanno lasciato una eredità, la volontà di creare un piano universale di pace.

Templari-Circeo nei documenti

All'inizio del XIII sec. I Monaci Brasiliani di Grottaferrata sono padroni di S. Maria della Sorresca con vaste proprietà nel sud laziale (1). Ma il 2 agosto del 1211 papa Innocenzo III (1198 - 1216) si pronuncia a favore dei Cavalieri Templari, esautorando i Monaci brasiliani, che erano in contesa con il Monastero di S. Maria dell'Aventino in Roma, di cui i Templari si erano impossessati. Essi divennero signori anche del promontorio del Circeo (Torre dei Templari) (2). Nel 1259 i Templari permutano questi territori con il Casale Pilocty (poi Cecchignola) vicino a Roma (3). Subentra il Cardinale Pironti di Terracina; poi dal 1301 i castani - nipoti di Bonifacio VIII (1249-1303) - fino al 1713 (4).

(1) De Cenobio Cryptoferrantensi, eiusque bibliotheca et codicibus praesertim graecis commentarii, a cura di Antonio ROCCHI, Muscoli 1893, p. 37.
(2) De Cernobio cit., p. 37.
(3) Archivio Caetani, Roma, pergamena 1931.
(4) Domus Caietana - Medioevo I, p. 130 (per l'anno 1301) e p. 131 (per il 1713).

I Templari e la rocca di San Felice Circeo

La presenza dei Templari al Circeo, che si concluse nel 1259, fu sì sporadica, ma incise nel riassetto urbanistico della rocca, che esiste tuttora nella lineare geometria dell'abitato di S. Felice, col mastio dominante (Torre dei Templari) e le imponenti arcate dell'attiguo "Convento".

Spetterà alla famiglia Caetani, cui appartenne Bonifacio VIII, dal sec. XIV in poi, risistemare l'area della rocca di S. Felice nell'attuale complesso del Palazzo Baronale (ora sede del Comune), che finì per inglobare anche preesistenti fabbricati medioevali.

I Templari cedono il Circeo (1259)

L'atto di cessione di S. Felice e di S. Maria della Sorresca (3 maggio 1259) (1), da parte dei Templari, obbedisce presumibilmente alla necessità di concentrare e selezionare la loro attività più vicino a Roma.

Infatti frate Pietro Fernandi, "maestro delle case della Milizia del Tempio in Italia" - ricevuta l'autorizzazione da frate Tommaso Berardi, "maestro generale della casa e di tutto l'Ordine della Milizia del Tempio d'Oltremare e del suo convento" -, definisce la cessione del locus di S. Felice e del tenimentum di S. Maria della Sorresca con tutte le sue pertinenze a Giordano Pironti, all'epoca vice - cancelliere e notaio pontificio.

La precettoria di S. Maria in Aventino ottiene in cambio nel distretto dell'Urbe la contrada, chiamata "Pilocti" (nei pressi dell'attuale Cecchignolaetta).

A quanto pare la permuta, in termini di consistenza economica, non fu favorevole ai Templari, perché i possedimenti al Circeo valevano molto di più, come si evince dalla ratifica della cessione da parte di papa Alessandro IV (29 ottobre 1259).


La vita dei monaci - soldati

Eppure i Templari non conducono solo una vita claustrale (convento). Sono uomini di azione e la loro attività è anche militare, connessa ala missione di proteggere e scortare i pellegrini, che si recavano ai Luoghi Santi.

Questa regola e ruolo furono riconosciuti dalla Chiesa (concilio di Troyes: 1129). La loro vocazione militare è la punta di diamante per integrare le armate dei princìpi cristiani contro i musulmani. La fedeltà alla religione e al papa, il loro valore, la loro disciplina, la loro sagacia amministrativa-economica furono riconosciute universalmente nella società d'allora. Mentre i musulmani vedevano nei Templari gli avversari irriducibili, ai quali è inutile ogni tentativo di far rinnegare la propria fede, agli occhi delle potenze feudali cristiane, essi suscitavano stima, timore, ma anche palesi appetiti, per asservire le potenza dei monaci - guerrieri alle loro mire egemoniche.

A quanto pare la permuta, in termini di consistenza economica, non fu favorevole ai Templari, perché i possedimenti al Circeo valevano molto di più, come si evince dalla ratifica della cessione da parte di papa Alessandro IV (29 ottobre 1259).

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