Generalità - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Generalità

Le fonti testuali da cui si possono trarre informazioni sulle capacità tecniche romane nel campo dell'idraulica sono essenzialmente due: il De architectura di Vitruvio (I sec. a.C.), nel quale vengono illustrati i criteri costruttivi degli acquedotti e i sistemi di immagazzinamento delle acque e il De aquaeductis urbis Romae di Sesto Giulio Frontino (fine I sec. d.C.), nel quale vengono descritti in maniera dettagliata gli acquedotti che rifornivano Roma.

Le cisterne e i serbatoi che avevano la funzione di conservare l'acqua e di permetterne un uso procrastinato nel tempo. I Romani avevano elaborato in questo settore un'avanzata tecnica costruttiva che prevedeva l'impermeabilizzazione interna tramite una speciale malta denominata cocciopesto, composta da una miscela di calce, sabbia o pozzolana, frammenti di terracotta e, forse, di un collante vegetale (latte di fico?). Le cisterne generalmente hanno uno o più ingressi per lacqua e uno scarico di fondo non sempre presente e servivano per accumulare l'acqua piovana.

La necessità di un congruo approvvigionamento idrico rese indispensabile costruire un ingegnoso sistema di captazione, incameramento e ridistribuzione razionale delle acque. Le Cisterne svolgevano, quindi, l'importante funzione di serbatoio d'acqua potabile, non solo per l'approvvigionamento nelle ville degli antichi circellesi ma anche per quello degli equipaggiamenti navali in transito nel Mar Tirreno.

Attualmente le Cisterne costituiscono una delle migliori tracce della permanenza romana nel territorio di Circei. Dell'impianto idrico sito presso la Villa di Domiziano, per esempio, colpiscono le dimensioni notevoli e l'ottimo stato di conservazione della struttura.

Le cisterne romane più conociute nel territorio del Circeo sono:

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Il seguente elaborato vuole focalizzare nello specifico due esempi di ville rustiche costruite in età tardo repubblicana, collocate nel versante settentrionale del promontorio del Circeo, corrispondente alla zona di Quarto Freddo, ricollegandosi in parte anche alle ville rustiche presenti nel versante meridionale del promontorio chiamato Quarto Caldo. Gran parte del promontorio è stato soggetto a indagini topografiche precedenti, che in passato si sono soffermate soprattutto sull’analisi dei siti più ampi e ricchi di materiali da studiare, concentrati nell’area della villa di Domiziano e in prossimità dell’antica città di Circeii (attuale centro storico), insieme all’acropoli che ha suscitato da sempre la curiosità di molti studiosi. [al documento PDF]


1. Analisi di Giuseppe Capponi (1856), Thomas Ashby (1905) e Giuseppe Lugli (1923).
2. Pagina a cura di Carlo Gallone. Foto: Carlo Gallone e Roberto Ceruleo.


agg.1 07.05.2010 -
agg.3 11.01.2019

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