L'Isola Pliocenica - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
Vai ai contenuti

L'Isola Pliocenica

L'isola del Circeo (Eea), deve sostanzialmente farsi risalire ad una creazione poetica, in età storica, la visione del Circeo come l'incantata dimora della mitica maga Circe.
In realtà, a ben guardare, questa suggestione poetica, almeno solo per quanto riguarda l'aspetto del Monte, ha un fondo di verità che trova ora corpo nelle attente analisi scientifiche che si sono susseguite, a partire dal secolo scorso, sulla natura del promontorio del Circeo. Grazie a questi studi è stato possibile tracciare un quadro sufficientemente preciso delle vicende geomorfologiche del Circeo dalla sua origine sino alla conformazione attuale. La formazione geologica del Circeo può farsi risalire alla fase centrale dell'era Mesozoica che, come indica il nome stesso, può identificarsi con «l'epoca di mezzo» delle ere preistoriche.
Ben si accordano con quest'epoca la struttura prevalentemente calcarea del suolo ed il rinvenimento di fossili caratteristici del periodo «liasico» (fase centrale del Mesozoico).
L'azione delle acque intorno al Circeo dette il via a quel processo di carsismo, perpetuatosi nei millenni, che provocò la fessurazione delle falde del monte tuttora evidenziata dalla serie di grotte e cavità minori allineate lungo il versante meridionale. Certamente altre grotte dovevano esistere anche sul versante Nord del Monte: qui però i successivi sommovimenti geologici ed in particolare l'accumulo di materiale roccioso incoerente (falda detritica) hanno cancellato ogni traccia.
Dopo molti milioni di anni, nel Pliocene, il Monte Circeo era circondato completamente dalle acque che superavano il livello attuale di circa 100 m. Le testimonianze principali di questa condizione sono date dall'allineamento delle varie cavità e solcature che ci indicano il livello più elevato raggiunto dalle acque marine, dalle perforazioni prodotte dai litodomi e dalla presenza di esemplari di molluschi conservati in strati di conglomerati di brecce superiori, mai raggiunti dalle acque in epoche successive. In particolare numerose tracce di molluschi tipici del Pliocene furono notati nella grotta del Fossellone tra le torri Cervia e Fico. Durante l'ultima delle epoche preistoriche, vale a dire la Neozoica o Quaternaria, si verificò una fase di glaciazione (Pleistocene) caratterizzata nella sua durata da periodi di ritiro parziale dei ghiacciai: questi periodi sono noti come «interglaciali».
Nell'ultimo interglaciale, che può l'arsi risalire ad oltre 130.000 anni fa. il livello dei mari. anche se notevolmente inferiore a quello dell'epoca Terziaria precedente, era superiore a quello attuale: al Circeo le acque arrivavano ad una quota di circa 15-20 m. sopra l'attuale livello marino trasformando così il Monte in un'isola vera e propria. Principale conseguenza di questo stato di cose fu naturalmente l'erosione e la perforazione delle pareti rocciose, allora sommerse, del Circeo: si creò cosi una «collana» di grotte che solo in seguito, con l'abbassamento del livello marino, diventeranno visibili ed utilizzabili. L'azione delle acque, nel periodo in cui tutte le cavità erano sommerse, facilitò il trasporto e l'accumulo di conglomerati sul sostrato roccioso, ricco di ciotioli dell'era Terziaria. Una precisa stratigrafia dell'azione marina sulle coste del Circeo dal Terziario a tutto il Quaternario, è possibile «leggerla» sulle pareti che strapiombano sul mare, nei pressi di Torre Cervia. Qui, ad un'altezza di 120 m. circa, chiari solchi, regolari e non molto profondi, indicano la quota massima raggiunta dalle acque nell’era Terziaria.
Poco più di 10 m. al di sotto di questa quota vi è uno strato di brecce, dovuto ai depositi dell'Epoca Quaternaria (fase della trasgressione marina Tirreniana). Queste brecce posano direttamente su di un ampio accumulo di ciottoli costituenti il residuo dell'Era Terziaria (fase pliocenica). Al di sotto sono i resti di detriti calcarei adagiati direttamente sulla roccia.
Con l'avvento dell'ultimo periodo glaciale (Würmiana) si ebbe un rivoluzionamento radicale.
La  grande quantità  di  ghiacciai accumulatisi sulla terrafertna alterò a tal punto il ciclo idrico terrestre  da   produrre  un   repentino  abbassamento del livello marino. Sulle coste del  Circco  le acque  si  ritirare dalle grotte stabilizzandosi ad un livello inferiore a quello attuale di alcune decine metri. Questo fenomeno è noto come «trasgressione marina post-tirreniana ». La prima conseguenza fu ovviamente l’utilizzazione di queste cavità naturali da parte dell’uomo che aveva fatto la sua comparsa sulla terra sin dalla precedente fase interglaciale. L'aspetto del Monte Circeo non doveva essere allora molto dissimile da quello alluale: accessibili le grotte costiere e libero dalle acque i1 versante Nord del Monte che degradava in lieve pendio verso l'entroterra. Nella fase iniziale di questo periodo glaciale il clima si dovette mantenere su valori medi permettendo un grande sviluppo della vegetazione e della fauna: in questo ambiente, più umido che rigorosamente freddo, si inserì l'uomo, intento ora a sfruttare in ogni sua risorsa questo lembo di terra che si era andalo così rapidamente trasformando in un'ideale dimora.

agg.1 15.04.2012

Torna ai contenuti