L'occupazione Volsca
L'Italia antichissima
La regione italiana possiede una fisionomia ben definita, con confini marcati dal Mar Mediterraneo e dalla catena delle Alpi. Tuttavia, nell'antichità, l'Italia presentava un quadro molto variegato, con numerose popolazioni di diverso livello di civiltà, distribuite in tutta la penisola e organizzate in piccole entità politiche spesso in conflitto tra loro. La conformazione geografica, caratterizzata da catene montuose, ostacolava in quei tempi remoti l'integrazione delle diverse stirpi e l'unificazione politica.
La regione italiana possiede una fisionomia ben definita, con confini marcati dal Mar Mediterraneo e dalla catena delle Alpi. Tuttavia, nell'antichità, l'Italia presentava un quadro molto variegato, con numerose popolazioni di diverso livello di civiltà, distribuite in tutta la penisola e organizzate in piccole entità politiche spesso in conflitto tra loro. La conformazione geografica, caratterizzata da catene montuose, ostacolava in quei tempi remoti l'integrazione delle diverse stirpi e l'unificazione politica.
I Volsci
I Volsci erano una tribù italica di origine osco-umbra, ben nota nella storia del primo secolo della Repubblica Romana. A partire dal VI secolo a.C., abitavano il distretto meridionale del Lazio, una regione in parte collinare e in parte paludosa, delimitata dagli Aurunci e dai Sanniti a sud e dagli Ernici a est. Il loro territorio si estendeva approssimativamente da Norba e Cora a nord fino ad Anzio a sud. Rivali di Roma per diversi secoli, i loro territori furono conquistati e assimilati nella Repubblica romana in espansione intorno al 300 a.C. È errato dire che il primo imperatore di Roma, Augusto, fosse di origine volsci: la sua famiglia era originaria di Velletri, un centro latino. I Volsci furono tra i nemici più pericolosi della Roma arcaica, spesso alleati degli Equi (mentre gli Ernici, dal 486 a.C. in poi, furono alleati di Roma). Secondo Tito Livio, erano:
«ferocior ad rebellandum quam bellandum gens» “popolo più ferocemente incline a riprendere la lotta che a combattere” (Tito Livio, Storie, VII, 27.7)
Fino alla sua distruzione nel 495 a.C., la città più estesa e popolosa dei Volsci, tanto da poter essere considerata la loro capitale, fu Suessa Pometia (la cui collocazione è incerta). Successivamente, la città di Anzio divenne il principale centro di comando del territorio controllato dai Volsci. In quel periodo, essi abitavano un'area in parte collinosa e in parte paludosa nel sud del Lazio, delimitata dagli Aurunci e dai Sanniti a sud, dagli Ernici a est e, a nord, all'incirca dalla linea che da Norba e Cora si estendeva fino ad Anzio a sud.
La probabile presenza dei Volsci nel territorio del Circeo
L'ipotesi più accreditata ritiene che i Volsci penetrarono nella regione Pontina provenendo dal Fucino, una vasta conca appenninica della Marsica (nell'entroterra abruzzese), dopo aver occupato alcune città nella valle del Sacco, come Frosinone e Ferentino, oltre a diversi possedimenti minori degli Ernici. Durante il regno di Tarquinio il Superbo, i Volsci si spinsero più a sud, verso le Paludi Pontine, occupando Circei e Terracina, e forse anche Fondi e Formia, completando l'occupazione di parte della fascia costiera di Anzio e avvicinandosi quasi fino a Roma.
Coriolano occupo' Circei nel 488 a.Cr. (Tito Livio): l'invasione pare sia stata incruenta, Circei si arrese spontaneamente ai Volsci che vi rimasero fino al 393 a.Cr., quando i Romano-Latini la riconquistarono deducendo una loro colonia ristabilendo il vecchio ordine.
Coriolano e la presa del Circeo: Un capitolo della storia romana
Gneo Marcio Coriolano, noto semplicemente come Coriolano, è una figura centrale della storia romana, le cui gesta si intrecciano con le tensioni politiche e sociali del suo tempo. Intorno al 488 a.C., Coriolano si trovò al comando delle forze dei Volsci, un popolo nemico di Roma, e orchestrò una serie di attacchi contro la città e le sue colonie. **** La guerra contro Roma
Dopo una serie di conflitti, i Volsci decisero di riprendere le ostilità contro Roma, affidando il comando a Coriolano e al suo collega Attio Tullio. I due generali scelsero di dividere le loro forze: mentre Attio si dirigeva verso i territori latini per evitare che questi fornissero aiuto a Roma, Coriolano si concentrò sul saccheggio della campagna romana. Un aspetto strategico della sua campagna fu quello di risparmiare le proprietà dei patrizi, mirando a fomentare discordia tra le classi sociali romane, i patrizi e i plebei.
**** La conquista di Circei
Uno dei momenti salienti della campagna di Coriolano fu la presa della colonia romana di Circei. Approfittando della mancanza di una risposta militare da parte di Roma, Coriolano riuscì a scacciare i coloni romani e a restituire la città ai Volsci. Questo atto non solo rappresentò un'importante vittoria militare, ma servì anche a consolidare la sua posizione tra i Volsci e a rafforzare il suo potere, mentre Roma continuava a essere divisa e incapace di reagire efficacemente.
**** Le conseguenze della campagna
Dopo la conquista di Circei, Coriolano continuò la sua offensiva, prendendo altre città come Satrico e Corioli. La sua strategia di risparmiare le terre dei patrizi si rivelò efficace nel creare ulteriori divisioni a Roma, dove i plebei, sempre più frustrati, iniziarono a rifiutare di continuare la guerra. Questo clima di tensione portò a una crescente pressione sul Senato romano, che si trovò costretto a considerare la possibilità di una riconciliazione con Coriolano, il quale, però, mantenne posizioni inflessibili riguardo ai diritti dei Volsci e alle richieste di restituzione dei territori.
Dopo una serie di conflitti, i Volsci decisero di riprendere le ostilità contro Roma, affidando il comando a Coriolano e al suo collega Attio Tullio. I due generali scelsero di dividere le loro forze: mentre Attio si dirigeva verso i territori latini per evitare che questi fornissero aiuto a Roma, Coriolano si concentrò sul saccheggio della campagna romana. Un aspetto strategico della sua campagna fu quello di risparmiare le proprietà dei patrizi, mirando a fomentare discordia tra le classi sociali romane, i patrizi e i plebei.
**** La conquista di Circei
Uno dei momenti salienti della campagna di Coriolano fu la presa della colonia romana di Circei. Approfittando della mancanza di una risposta militare da parte di Roma, Coriolano riuscì a scacciare i coloni romani e a restituire la città ai Volsci. Questo atto non solo rappresentò un'importante vittoria militare, ma servì anche a consolidare la sua posizione tra i Volsci e a rafforzare il suo potere, mentre Roma continuava a essere divisa e incapace di reagire efficacemente.
**** Le conseguenze della campagna
Dopo la conquista di Circei, Coriolano continuò la sua offensiva, prendendo altre città come Satrico e Corioli. La sua strategia di risparmiare le terre dei patrizi si rivelò efficace nel creare ulteriori divisioni a Roma, dove i plebei, sempre più frustrati, iniziarono a rifiutare di continuare la guerra. Questo clima di tensione portò a una crescente pressione sul Senato romano, che si trovò costretto a considerare la possibilità di una riconciliazione con Coriolano, il quale, però, mantenne posizioni inflessibili riguardo ai diritti dei Volsci e alle richieste di restituzione dei territori.
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Quam spem nequaquam fefellit, ut facile appareret ducibus ualidiorem quam exercitu rem Romanam esse. Circeios profectus primum colonos inde Romanos expullit liberamque eam urbem Volcis tradidit..."(Tito Livio, ..., II,29)
La presa di Circei raccontata dal Capponi
"Dal silenzio osservatosi dai diversi autori, possiamo dedurre che Circeo si mantenne fedele a Roma sino all'anno 263 (nota: dalla fondazione), in cui Marzio Coriolano in vendetta del torto ricevuto dalla p;ebe romana, portotosi colle truppe Volsche da Anzio a Circeo, ne caccio' i coloni Romani, come racconta Livio, e consegno' liberamente la citta' in mano ai Volsci. Qual fatto si narra diversamente da Dionisio. Gli abitanti del Circeo erano allora un misto di coloni Romani e di nativi del luogo, e tutti vedendo che il loro territorio era in mano al nemico, e che non avevano forze sufficienti per difendersi, splancate le porte disarmati andarono in atto supplichevole ad incontrare Marzio, pregandolo che si degnasse di ricevere a patti la resa della citta'. Coriolano intenerito dallo spettacolo, si astenne dallo sparger sangue, e non volle cacciar veruno fuori dalla patria: ma imponendo una tassa in denaro, e una contribuzione di vestimenta per uso della truppa, e di grane pel consumo di un sol mese, si ritiro' con l'esercito. Vi lascio' nondimeno una guarnigione, si perche' i coloni Romani non esassero di tramar nulla a danno dei cittadini, si perche' e questi, e quelli deponessero qalunque speranza di ribellione."
da Il promontorio Circeo (1856)