Il Principe Stanislao Poniatowski - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Il Principe Stanislao Poniatowski

Stanisław Poniatowski
(Varsavia, 23 novembre 1754 – Firenze, 13 febbraio 1833)

Il Principe Stanislao Poniatowski, nipote di Stanislao Augusto re di Polonia dal 1764 al 1795, trascorse buona parte della sua vita in Italia. Residente a Roma dal 1785, fu ben presto attratto dall'incantevole paesaggio del Circeo, tanto che, il 13 febbraio del 1808, acquistò l'intero feudo dalla Reverenda Camera Apostolica. Poco dopo fu versata un'altra somma di denaro come buonuscita per rescindere l'affitto del Lago di Paola che era stato assegnato ai coniugi De Bonis.

Il Poniatowski amministrò il Circeo per quattordici anni e la popolazione locale, oppressa dalla miseria, ne acquisì indubbi e duraturi benefici. Molte furono le migliorie e le nuove opere realizzate in tutto il territorio, fu probabilmente il nobiluomo che più beneficò il paese, tant'è vero che la popolazione superò per la prima volta le 800 unità.

Per brevità di trattazione elencheremo solo alcune delle numerose realizzazioni che ancor oggi si possono ammirare:

  • la costruzione della graziosa Villa Poniatowski, poi Villa Aguet;

  • ammodernamento e ampliamento del Palazzo Baronale, ora sede del comune, trasformando la piazza d'armi della Torre Templare in un terrazzo;

  • il miglioramento della viabilità della via dal paese a La Cona, attuale Via Roma e da qui fino a Torre Paola;

  • il tracciamento di Via del Principe Poniatowski che porta ancora il suo nome;

  • la sistemazione dell'antico orologio sulla facciata delle Torre Templare per consentirne a tutti la visione;

  • il Palazzetto Comunale per la Comunità di San Felice;

  • la costruzione di 16 nuove case e 8 cantine soprattutto nel lato est del centro storico, via XX Settembre;

  • l'innalzamento di un padiglione, presso la scogliera, con dei sedili, Piazzale Gino Superti. Da qui la strada del lungomare conducente alla Torre Vittoria, il Lungomare Circe, presso la quale fu edificato un piccolo palazzo prospiciente il mare ed ivi la piantagione di alberi di fico;

  • l'impianto di un frutteto, di una vigna e di un giardino sullo spiazzo delle rovine della cosiddetta Villa di Lepido e di altre piantagioni in vari punti del territorio. Qui eresse il padiglione dei Quattro Venti, a forma di piccola torre, dove il pricipe era solito recarvisi per respirare l'aria balsamica del mare.


Nell'anno 1812 il principe, avendo già rimodernato il villaggio, stipulò un contratto di enfiteusi di tutto il feudo con Giovanni Leopardi, con esclusione del Palazzo Baronale, La Villa ora Aguet e gli immobili annessi. L'anno successivo l'enfiteuta Leopardi impose al comune il canone di quattro scudi al rubbio per tutti i terreni a danno dei sanfeliciani i quali ne fecero forti rimostranze al Poniatowski. Il Principe non indugiò ad assumere la difesa della cittadinanza esercitando opportuni atti legali contro l'enfiteuta, il quale, dopo un furiosa lite, annullò il contratto. Tuttavia la bega legale protrattasi sino al riacquisto del feudo da parte della Reverenda Camera Apostolica ha consentito il mantenimento della tassa arbitraria di quattro scudi per rubbia di terreno introdotta dal Leopardi.

Ormai cinquantenne, s'innamorò di una popolana già sposata di vent'anni più giovane, Cassandra Luci, dalla quale ebbe tre figli. Non avendo potuto ottenere l'annullamento del matrimonio della donna, né la legittimazione dei figli, il 23 maggio 1822 rivendette, forse per risentimento, il feudo del Circeo alla Reverenda Camera Apostolica. Lasciò Roma nell'anno 1825 per trasferirsi a Firenze accolto dall'aristocrazia locale. Stanislao Poniatowski morì nel 1833 e trovò sepoltura nella Chiesa di San Marco dove ora sorge il suo monumento sepolcrale.

Nel documento dell'A.S.R. (Camerale III - Busta 2177) dove sono elencate le opere realizzate al Circeo dal Principe, si legge:

"In una parola, tante e tante altre cose hanno fatto cangiare aspetto al paese e al territorio, di modo che non è possibile precisare l'enorme spesa, ma sicuramente, per quello che in passato sì è inteso dire dai Familiari e Ministri di detto Sig. Principe, deve avervi speso in tutto qualche duecentomila scudi: è divenuta la terra di San Felice e lago di Paola una vera delizia; meriterebbe l'amore di un sovrano per farne, come i Lepidi, i Luculli e Poniatowsky, un luogo di amena e piacevole villeggiatura".

Per conto suo il Poniatowsky non mancherà di ricordare la popolazione di San Felice che gli manifestò in molte occasioni la propria gratitudine, e nella corrispondenza con l'Arciprete del tempo egli scriveva:

"…mi sono state oltremodo gradite le cortesi espressioni…, sulle quali non faccio che ripeterle quanto ho già ad altri esternato, cioè che non potrò mai in dimenticanza questa interessante località e la sua buona popolazione, ed in modo particolare quelle brave persone che mi hanno dimostrato un maggiore attaccamento, e che goderò di udire le notizie della loro ulteriore prosperità".

Villa e pomario di Poniatowski
da Giuseppe Capponi (1856)

Il principe Poniatowski tosto che ebbe acquistato il feudo di San Felice, procurò di abbellirlo anche con la costruzione di una piccola villa, esposta sul pendio di una amena e vaga collina, che si estende in forma di anfiteatro sino alla riva del mare. Questa villa spetta in oggi alla Reverenda Camera Apostolica succeduta al medesimo nel possesso del Circeo; ma stante la cattiva manutenzione ha perduto quasi del tutto, ciò che all'epoca di Poniatowki concorreva a decorarla. Era da osservarsi in essa il grazioso Casino costrutto a stile moresco sovra una eminenza esposta ad una vaghissima veduta, da cui scendevasi in un folto boschetto di Olmi ed Ornelli, frammisti ad altre piante ed alberi fruttiferi ed aromatici; per lo che vi annidavano moltissimi uccelli, che con i loro canti dilettavano chi mai vi fosse recato, nelle canicolari ore del giorno, a gustare i piaceri di una dolce e gradita frescura.

Un gran numero di bene ordinati viottoli erano disposti nel piccolo bosco a foggia di laberinto, in cui il curioso rimaneva smarrito senza la direzione di una esperta guida. Di tratto in tratto miravansi fra il folto verdeggiare dei fronzuti alberi naturali rupi in alto sospese, che coperte da musco e vetuste piante rappresentavano piccole e pittoresce caverne; da una delle quali sorgeva un limpido ruscello, che rompendosi fra i sassolini e le fiorite erbette, si perdeva a guisa di un laghetto sotto un verdeggiante cespuglio. E così allettando la vista con variate scene naturali, salendo e discendendo il colle, lungo i viottoli olezzanti di gradi odori si giungeva in una piccola pianura ricoperta di piante di squisite qualità di uva, al termine della quale ritrovavasi una piccola nicchia elissoidale chiamata l'Occhio di Bove, che per la sua costruzione rende un eco portentoso, e presenta dalla sua apertura una gaja veduta d'immensa estensione per mare e per terra.

La villa aveva comunicazione con una via rotabile fatta ritrovare dal Principe lungo la riva del mare, sulla quale vi fece costruire un piccolo padiglione fornito di sedili, per commodo dell'istesso Feudatario, che vi transitava recandosi a Torre Vittoria; ove si rinviene un piccolo palazzo edificato nella stessa epoca, affine di prendervi riposo nel passaggio e godervi l'amena veduta di mare da una graziosa loggia. Nelle vicinanze poi di questo piccolo palazzo trovasi una bella pianura, nella quale Poniatowsky aveva fatto eseguire una grande piantagione di fichi, e precisamente delle varietà atte a potersi seccare secondo il metodo dei Sanfeliciani.

Il Pomario poi si trovava piantato sulla collina che sorregge il paese, e precisamente sovra i ruderi della distrutta città; nel quale oltre che vi venne praticata una piantagione vi varj alberi di aranci, limoni e di molte squisite frutta, non escluso il bellissimo vigneto, vi fu pure costrutto un piccolo padiglione, che per la sua bella esposizione, da dove godonsi quattro bellissime vedute, appellato venne i Quattro Venti.  Porzione di questo pomario fu anche ridotto ad uso di giardino, e perciò vi custodivano numerose piante di fiori più pregiati. Ma infine anche questo fondo passò in proprietà della R.C.A. ed ha sofferto le stesse vicende della Villa, come sopre ho narrato.

Alcune opere realizzate dal principe Poniatowski

agg.1 13.10.2002 - 27 Ottobre 2015 | agg.4

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