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L'Isola Eea - Circeo: Storia, Leggenda e Patrimonio Culturale

Storia e Leggenda del Circeo
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L'Isola Eea

Omero, Ὅμηρος, Hómēros (Ionia, Grecia ? a.C. - Io, Grecia ? a.C.)
Datazione dubbia, ascrivibile al periodo che va dal IX all'VIII secolo a.C.                                                       

Libro Decimo

  Ecco, ed all'isola Eea giungemmo, ove Circe abitava, 135
  Circe dai riccioli belli, la Diva possente canora,
  ch'era sorella d'Eeta, signore di mente feroce.
  Erano entrambi nati dal Sole che illumina il mondo:
  fu madre loro Perse, di Perse fu Oceano padre.
  Qui, su la spiaggia del mare, spingemmo in silenzio la nave, 140
  dentro un sicuro porto: ché un Dio sopraggiunse a guidarci:
  qui, dalla nave usciti, due giorni giacemmo e due notti:
  ché ci rodeva il cuore stanchezza commista a cordoglio.
  Quando la terza giornata, però, l'alba ricciola schiuse,
  io, la zagaglia presa con me, preso il ferro affilato, 145
  velocemente mossi dal legno, a scoprire d'intorno,
  se mai tracce vedessi di campi, se udissi una voce.
  E sopra un'alta asceso vedetta di rupi, ivi stetti;
  ed ampie strade scorsi di là, vidi un fumo levarsi
  dalla dimora di Circe, tra dense boscaglie e tra selve. 150
  Subito ch'ebbi visto quel fumo con quelle faville,
  prima l'idea mi venne d'andare, di chieder novelle;
  ma, ripensandoci poi, mi parve che meglio sarebbe
  ch'io prima andassi al legno veloce e a la riva del mare,
  cibassi i miei compagni, li mandassi a chieder novelle.  155 [1]

L'Isola EEA

Nell’Odissea di Omero (libro X) si racconta l’incontro tra l’eroe Ulisse (Odysseus) e la maga Circe sull’isola incantata di Eea. Circe – figlia del dio Sole Helios e della ninfa Perse – vive su quest’isola solitaria circondata da fitte foreste. Quando la nave di Ulisse approda, l’isola sembra disabitata; eppure, dall’interno di un palazzo nascosto tra gli alberi, echeggia un melodioso canto femminile. Intorno alla dimora si aggirano stranamente docili animali selvatici: leoni, lupi e altri predatori che, anziché attaccare gli uomini, scodinzolano festosi come fossero animali da compagnia. Ulisse invia in esplorazione un gruppo di compagni guidati da Euriloco, i quali raggiungono il palazzo e incontrano la misteriosa padrona di casa – la dea Circe dai begli intrecci, dotata di temibili poteri magici.

Fin dall’antichità, l’isola Eea descritta da Omero è stata identificata con il promontorio del Circeo, sulla costa del Lazio. Questo promontorio roccioso, situato circa 100 km a sud di Roma, domina il litorale tirrenico con la sua sagoma inconfondibile. Visto in lontananza dal mare o dalle pianure pontine, il Monte Circeo presenta infatti un profilo che ricorda la figura di una donna sdraiata addormentata – particolare che richiama alla mente la maga Circe distesa in un sonno incantato secondo la tradizione popolare. Ancora oggi gli abitanti del luogo indicano quel profilo come “la Maga Circe che dorme”.

Oltre all’aspetto del luogo, esistono vere e proprie testimonianze letterarie e storiche che collegano il Circeo alla leggenda di Circe. Lo storico e geografo greco Strabone (I secolo a.C.), nella sua Geografia, descrive il Monte Circeo in termini che richiamano esplicitamente il mito: annota che esso “sorge isolato come un’isola sul mare e sulle paludi circostanti” ed è ricco di piante erbacee, dettaglio che ben si adatta ai racconti sugli infusi e pozioni di Circe. Strabone riferisce inoltre che sul promontorio esistevano un piccolo insediamento umano, un santuario dedicato a Circe e un altare alla dea Atena; i residenti del posto mostravano perfino una coppa che affermavano essere appartenuta al mitico Ulisse. Questi dettagli indicano che gli antichi riconoscevano nel Circeo il luogo delle vicende omeriche e avevano sacralizzato quella terra, alimentando il legame tra geografia e leggenda.

Anche i grandi autori latini fanno eco al mito di Circe, ambientandolo sulle coste laziali. Virgilio, nel libro VII dell’Eneide (I secolo a.C.), narra che la flotta di Enea, giunta in vista del litorale del Circeo, ode in lontananza i versi feroci degli animali che la maga tiene presso di sé – creature un tempo umane che Circe aveva trasformato con i suoi incantesimi. Il poeta suggerisce così che i Troiani evitino di sbarcare in quei lidi insidiosi, già noti per le stregonesche metamorfosi operate dalla dea. Un altro riferimento compare nelle Metamorfosi di Ovidio (I secolo d.C.): in questo poema, Circe compare nella storia di Glauco e della ninfa Scilla. Ovidio descrive Circe sulla sua isola nel Mar Tirreno, tra “erbose colline” e in un palazzo circondato da belve ammaliate, riprendendo l’immagine omerica della maga e sottolineandone la collocazione nell’ambito geografico italico. Questi richiami letterari confermano come la figura di Circe e la sua dimora siano state immaginate nell’antichità in rapporto al territorio del Lazio, identificando di fatto il promontorio del Circeo con la favolosa isola di Eea.
Il Circeo era Eea?

Il Circeo non può essere identificato con l’isola Eea di Omero per una ragione evidente: non è un’isola. Anche se in età antica il promontorio era circondato da paludi e canali che lo facevano sembrare staccato dalla terraferma, rimaneva pur sempre un rilievo continentale. L’Eea di Omero, invece, viene descritta come un’isola vera e propria, in mezzo al mare, circondata da acque libere.
In più, i poemi omerici collocano l’Eea in un percorso marittimo coerente con la rotta di Ulisse nel Tirreno, tra le isole delle Sirene e lo stretto di Scilla e Cariddi. Inserire il Circeo in questa sequenza crea incongruenze geografiche, perché si tratta di un promontorio sulla costa laziale, non di un punto insulare isolato in mare.
L’associazione tra Circe e Circeo è frutto della tradizione latina: autori come Virgilio e Ovidio vollero legare la maga al territorio laziale, trasformando il promontorio in un simbolo mitico. Ma si tratta di un’elaborazione letteraria posteriore, non di un dato originario omerico.
Oggi, la maggior parte degli studiosi tende a identificare l’isola Eea con Ponza o con un’isola vicina dell’arcipelago pontino. Questa ipotesi rispetta i requisiti: Ponza è una vera isola, si trova davanti alla costa laziale non lontano dal Circeo, ed era conosciuta e frequentata dai Greci già in epoca arcaica. L’ambiente aspro, ricco di grotte e di promontori a picco sul mare, ben si adatta alla descrizione omerica della dimora di Circe.

La testimonianza di Strabone

Dal libro V° della "Geografia" di Strabone, vissuto in epoca Augustea, si legge quanto segue:

"6. A 290 stadi da Antium c'è il monte Circeo, che sorge come un'isola sul mare e sulle paludi. Dicono che sia anche ricco di erbe, adattandolo così a quanto si racconta di Circe. Vi è un piccolo insediamento, un santuario di Circe e un altare di Atena; viene anche mostrata una tazza che, a quanto dicono, sarebbe appartenuta ad Odisseo..."

Fonti:
  • Omero, Odissea, Libro X (trad. it. di Ettore Romagnoli)circei.it
  • C. Caprino, Enciclopedia dell’Arte Antica (Voce “Circe”, 1959)
  • Strabone, Geografia V, 6 (trad. it. in circei.it)
  • Virgilio, Eneide VII, vv. 10-20
  • Ovidio, Metamorfosi XIV, vv. 247-255 (trad. it. in circei.it)
  • Sito Circei.it – Leggende del Circeocircei.it
  • Nando.Roma.it – Parco del Circeo e la seduzione mitologica di Circe
1. Traduzione di Ettore Romagnoli

agg.3 03.12.2003
agg.6 05.09.2025


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