L'occupazione Volsca - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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L'occupazione Volsca

Gia' nei primi anni del V secolo a.Cr. (nel 499 o nel 496), i Ramani si scontrarono presso il lago Regillo, nel territorio di Tuscolo, con l'esercito della Lega Latina che, probabilmente, difendeva anche gli interessi di quanti desideravano tenere aperta la via fra la Casilina e la Prenestina, fondamentalmente per i commerci fra i Greci dell'Italia meridionale e le genti dell'Italia centrale, Etruschi compresi.

La battaglia fu favorevole ai Romani: i loro storici attribuiscono la vittoria all'intervento di Castore e di Polluce a cui fu dedicato un tempio nel foro. Conseguenza della sconfitta della Lega Latina fu un trattato di pace e di alleanza militare, conluso dal console Spurio Cassio nel 493 a.Cr., che fu chiamato Foedus Cassianum appunto dal nome del magistrato che lo siglo'.

Ma la nuova lega Latina era ancora minacciata dai Volsci (vedere il sito) e dagli Equi, fiere popolazioni abitanti a sud e ad oriente del Lazio. La tradizione conserva il ricordo di guerre continue durante il V secolo contro quei popoli.

La leggenda colorì di episodi poetici e drammatici queste lunghe e sanguinose lotte. Così, a proposito della guerra con i Volsci, si ricorda l'insano gesto del patrizio Coriolano, il quale chiamato in giudizio dai tribuni plebei per non aver voluto riconoscere i diritti acquisiti della plebe, non volendo sottostare alla imposizione dei tribuni, si rifugiò presso i Volsci e ne guidò l'esercito contro la su stessa patria e desisté poi dal suo proposito solo per le lacrime della madre e della moglie.

Coriolano occupo' Circei nel 488 a.Cr. (Livio): l'invasione pare sia stata incruenta, Circei si arrese spontaneamente ai Volsci che vi rimasero fino al 393 a.Cr., quando i Romano-Latini la riconquistarono deducendo una loro colonia ristabilendo il vecchio ordine.

II,29 ...Quam spem nequaquam fefellit, ut facile appareret ducibus ualidiorem quam exercitu rem Romanam esse. Circeios profectus primum colonos inde Romanos expullit liberamque eam urbem Volcis tradidit... (Livio)

agg.5 25.08.2002
agg.6 17.03.2012

I Volsci

Popolazione dell'Italia antica, di stirpe osco-umbra, stanziata dal VI secolo a.C. nell'area laziale. A partire dal IV secolo a.C. la presenza dei volsci caratterizzò in modo decisivo la storia di Roma e dei latini, come attestano i numerosi episodi della tradizione leggendaria. La penetrazione volsca nella valle del Liri e il controllo dei centri di Terracina, Anzio, Velletri, Sora e Pomezia, che costituivano un limite all'espansionismo romano, condussero allo scoppio di un duro conflitto, caratterizzato da scontri cruenti e numerosi, a cui si allude frequentemente nella narrazione letteraria latina più antica. Dopo la vittoria latina e romana nella battaglia dell'Algido (431 a.C.), in cui vennero sconfitti equi e volsci, il territorio di questi ultimi venne progressivamente colonizzato nel corso del IV secolo a.C. (fondazione di Circei, Satrico e Sezze), sino al definitivo assorbimento della popolazione all'interno della compagine politica romana dopo le guerre sannitiche. La completa assimilazione dei volsci al modello della romanizzazione non consente di ricostruire a sufficienza le forme della loro società e della loro cultura.

La presa di Circei raccontata dal Capponi

"Dal silenzio osservatosi dai diversi autori, possiamo dedurre che Circeo si mantenne fedele a Roma sino all'anno 263 (nota: dalla fondazione), in cui Marzio Coriolano in vendetta del torto ricevuto dalla p;ebe romana, portotosi colle truppe Volsche da Anzio a Circeo, ne caccio' i coloni Romani, come racconta Livio, e consegno' liberamente la citta' in mano ai Volsci. Qual fatto si narra diversamente da Dionisio. Gli abitanti del Circeo erano allora un misto di coloni Romani e di nativi del luogo, e tutti vedendo che il loro territorio era in mano al nemico, e che non avevano forze sufficienti per difendersi, splancate le porte disarmati andarono in atto supplichevole ad incontrare Marzio, pregandolo che si degnasse di ricevere a patti la resa della citta'. Coriolano intenerito dallo spettacolo, si astenne dallo sparger sangue, e non volle cacciar veruno fuori dalla patria: ma imponendo una tassa in denaro, e una contribuzione di vestimenta per uso della truppa, e di grane pel consumo di un sol mese, si ritiro' con l'esercito. Vi lascio' nondimeno una guarnigione, si perche' i coloni Romani non esassero di tramar nulla a danno dei cittadini, si perche' e questi, e quelli deponessero qalunque speranza di ribellione."


da Il promontorio Circeo (1856)

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