Come si costruiva un'acropoli - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Come si costruiva un'acropoli

Abbiamo già riferito della scelta strategica nel posizionare le acropoli su apici di alte colline o piccole montagne, ma come avveniva la loro edificazione?

Al momento le supposizioni sono tante e le certezze ben poche, di seguito, con l'ausilio di quanto si può osservare sul posto, descriviamo come ciò crediamo sia avvenuto. Scelto il luogo dell'edificazione, veniva tracciato, ad una quota inferiore, il limitare dell'acropoli facendo attenzione a lavorare opportunamente la roccia viva di fondamenta in prossimità dei futuri angoli delle mura. Tutto il terreno e il misto di pietrame presente sulla cima montuosa veniva trasportato un po' più a basso ridistribuendolo proprio lungo l'interno del tracciato di fondamenta in modo da formare un terrapieno con piano livellato per facilitare il successivo trasloco dei blocchi portanti.

Ottenuto che la roccia "sincera" fosse messa a nudo si procedeva ad inciderla in specifici punti in modo da praticarvi delle piccole fessure parallele alla conformazione stratigrafica del calcare. Creare queste fessure dette anche "culle" era sicuramente difficile e faticoso perché gli utensili erano in pietra dura e di poco effetto mentre gli attrezzi bronzei si spuntavano o perdevano il filo facilmente.

Nelle fessure, ricavate in sequenza, venivano inseriti a pressione dei supporti di legno. Quando tutti i supporti erano posizionati venivano sistematicamente bagnati con dell'acqua che veniva assorbita dal legno aumentandone il volume. Il legno, costretto nelle fessure, sviluppava una grande pressione da fessurare la roccia "viva". Di questi incassi ne sono stati trovati in alcuni blocchi caduti dalle mura e in due luoghi, recentemente scoperti, all'interno delle mura sia a settentrione che a meridione, forse due fronti del sistema di cava di estrazione dei blocchi.

Nel frattempo altre squadre di operai sostituivano le recinzioni lignee più a valle con un muro di blocchi di pietra con raggio più ampio e tale da racchiudere l'acropoli che era in costruzione più a monte. Le prime palizzate lignee di difesa per un qualsiasi popolo in movimento permettevano, oltre a proteggere il popolo e gli armenti, di organizzare in sicurezza delle escursioni finalizzate a conoscere il territorio e le genti che lo abitavano. Accertata la possibilità di creare una colonia stabile e permanente si progettava e iniziava a costruire le strutture definitive.

Per reperire i blocchi da utilizzare nella seconda cerchia si utilizzavano quelli caduti sotto gli strapiombi presenti in località "Le Crocette": caduti naturalmente nei secoli a causa dell'erosione perpetrata dagli agenti atmosferici. Inoltre si provvedeva ad eliminare sul lato sud della futura Circei gli appigli o facili passaggi in modo da rendere i pendii e gli strapiombi su quel lato una sicura difesa naturale dell'acropoli stessa. La linea muraria più a valle e costituita da blocchi più grossolani, oltre ad essere una prima linea difensiva dava uno stabile riparo ad uomini ed animali agevolando quindi le prime azioni di commercio e di pubbliche relazioni interne e con i popoli vicini. Certamente la lavorazione grossolana di questi massi richiedeva tempi minori, ma essendo un opera molto estesa anche questa infine assorbiva energie e tempo. Tempo pari a quello che occorreva per la contemporanea edificazione dell'acropoli più a monte.

Tornando al muro della acropoli anche detta "Arx", sito a qui al Circeo a una quota media di 350 metri sul livello del mare, bisogna specificare che è realizzato sopraelevando due file parallele di blocchi (una esterna e l'altra interna) in modo da creare due pareti che si stabilizzavano tra loro con blocchi che ad intervalli venivano posti in modo da concatenare l'opera esterna con quella interna. Negli spazi vuoti compresi tra i due "fogli" di muro si versava il pietrame di scarto e, comunque, in nessuna delle fasi della costruzione venivano usate malte, argille, fango o altro legante, infatti tutte la costruzioni dette "ciclopiche" sono realizzare "a secco". La particolarità di queste mura di prima cerchia è nel fatto che i blocchi esterni sono perfettamente levigati e tuttora si presentano ben lisci nonostante l'azione dei tempo.

Come specificato i blocchi venivano ricavati nella cava interna all'Acropoli stessa e poi fatti rotolare più a valle per arrestarsi vicino al punto prescelto per la messa in opera. Ora si pone il problema di capire come si riusciva a levigare un lato del masso scelto per la parte esterna in quanto si ritiene che mancassero utensili adatti per far ciò. Qui dobbiamo rifarci ad alcuni esperimenti provati da studiosi di tutto il mondo tra cui un gruppo che attualmente vive in Egitto e che stà cercando di levigare e squadrare con eguale precisione la stessa roccia che costituisce i blocchi delle piramidi. Secondo tale sistema le rocce calcaree vengono allettate in modo che la parte da levigare sia posta verso l'alto e quasi parallela al piano di campagna, qui un gruppo di operai provvede a dare una prima "spianata" ai punti più grossolani.

Si continuava con il sistematico bagnamento della superficie da spianare e levigare, mentre un altro gruppo, attraverso l'ausilio di un grosso supporto di legno, sollevava a mò di barella un'altra roccia più piccola e la sfregavano sul lato da lavorare. Bisognava produrre un movimento rotatorio (tipo quello di una biella di un motore a combustione) con la continua aspersione di acqua tra le due superfici in attrito per generare una efficace azione di abrasione. In tal modo si levigava una facciata sia del blocco portante che di quello più piccolo d'ausilio per la lavorazione: il primo veniva smussato in base alle esigenze di incastro mentre il secondo veniva utilizzato per realizzare le "zappature".



Man mano che si erge la falda esterna a muro liscio vengono posizionati a ridosso e al suo interno altri blocchi ma grezzi, questi costituiranno la facciata interna delle mura. Con questo sistema si taglia la cima del monte che scende di quota e le rocce che si estraggono fanno crescere l'altezza dell'opera e del terrapieno utilizzato per il trasporto del materiale da costruzione. Alla fine si otteneva una alta cinta che racchiudeva un terrapieno artificiale, il quale veniva svuotato in funzione delle esigenze urbanistiche del popolo costruttore. E' stato fatto un calcolo empirico per valutare i tempi di edificazione che occorrevano per realizzare le due cinte murarie esistenti qui al Circeo e considerando la tecnica già premessa si è giunti alla conclusione che si necessitava almeno 25 anni.

Vanno evidenziati infine particolari accorgimenti tecnici finalizzati all'ottenimento di una maggior solidità delle mura stesse e alla eliminazione di rischi di fessurazione di rottura dell'orditura muraria. Si trovano spesso zeppature costituite da pietre di piccole dimensioni a facciavista triangolare che sono sempre in posizione capovolta e mai posizionata in modo da creare fratture su massi convessi zeppatura giusta Zeppa triangolo Esempio di blocco convesso che in caso di zeppatura può fessurarsi mentre i massi che sono posizionati su due file in caso di parallelismo partono con un sistema di concatenamento a gradino e i due angoli alla base di ogni blocco non vengono mai intaccati per realizzare incassi.


FASE A: viene scelto l'apice di una collina o di un piccolo monte in base alla sua posizione strategica. Viene escavata la fondamenta (tramite l'asportazione della terra sino atrovare il "piede della roccia") delle mura che dovranno seguire uno specifico progetto che orientera la "ARX" secondo rigidi canoni astrali-religiosi.

FASE B: vemgono estirpati alberi e arbusti e posizionati lungo la linea interna delle fondamenta delle mura in modo da contenere la terra che dall'alto viene convogliata più a valle. L'apice del monte viene pian piano privato della terra e del pietrame in modo da liberare la roccia più sincera ed adatta a essere lavorata in blocchi.

FASE C: viene incisa la roccia madre in modo da produrre blocchi grossolani che vengono rotolati lungo il terrapieno per andarsi a posizionare nelle fondamenta. Man mano la punta del monte viene abbassata e livellata di contro si elevano le mura megalitiche.

FASE D: l'apice del monte è spianato e le mura sono elevate. Ora si procede allo svuotamento dell'acropoli e dell'eliminazione della roccia posta al centro della ARX. La pietra così ulteriormente ricavata servirà per la costruzione delle abitazioni, luoghi di riunioni e di culto.

Arx. Per quanto riguarda Circei, ancora ad oggi non si conosce se al suo interno vi fossero edifici, forse distrutti dai Romani? o ancora sepolti?

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