Polibio e Demetrio I Sotere - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Polibio e Demetrio I Sotere

Lo storico greco Polibio fu deportato a Roma con altri mille Achei dopo la battaglia di Pidna (168 a.Cr.). L'amicizia che consegui' nell'ambiente politico, gli permise una posizione privilegiata come osservatore politico e culturale della vita dell'Urbe. Ben presto, preso d'ammirazione per la civiltà romana, ne intraprese la scrittura e la storia. Nei diciassette anni di vita di confinato Polibio godette di notevole libertà di movimento, tanto che era solito recarsi al Circeo. Ottenuto il permesso di tornare in patria, alterno' il soggiorno in Grecia con frequenti viaggi a Roma.

Demetrio I Sotere, figlio di Seleuco, futuro re di Siria, spesso veniva al Circeo a caccia di cinghiali, ed e' qui che si incontro' con lo storico Polibio. La caccia al cinghiale fu per Demetrio il pretesto, sotto consiglio dello stesso Polibio, di allontanarsi da Roma senza destare sospetto per riprendersi la corona sottrattagli da un usurpatore dopo la morte del fratello maggiore. Infatti Demetrio, adducendo di andare a caccia dell'ungulato, sfrutto' l'occasione per scappare: fuga che fu scoperta solo dopo alcuni giorni.

XXI 22. Giunto alla sua Tenda (Demetrio), mandò ad Anagni gli schiavi che non servivano al suo intento, con l'ordine di prendere le reti e i cani e di recarsi al Circeo: era solito recarsi in quei luoghi alla caccia del cinghiale e proprio lì aveva incontrato Polibio e cominciato a stringere amicizia con lui.


23. A Roma il giorno appresso nessuno si curò di cercare Demetrio o i compagni partiti con lui; quelli che erano rimasti in città credevano che egli si fosse recato sul Circeo, quelli che si trovavano in Anagni gli andarono incontro in quella località convinti di trovarcelo. La fuga rimase dunque del tutto ignorata, finché uno degli schiavi essendo stato frustato in Anagni, corse sul Circeo per incontrarvi Demetrio, non avendolo trovato si diresse verso Roma, convinto di trovarlo per via e non avendolo incontrato da nessuna parte, rivelò la cosa agli amici rimasti a Roma e a coloro che egli aveva lasciato a custodia della casa. (Polibio - traduzione di Carla Schick)


agg.2 16.09.2002
agg.3 17.03.2012

Polibio
(Megalopoli 200 ca. a.C. - 120 ca. a.C.)

Storico greco. Fu uno dei mille nobili achei che, dopo la conquista della Macedonia nel 168 a.C., vennero mandati a Roma come ostaggi. Nei diciassette anni che trascorse a Roma, frequentò l'élite politica e intellettuale e divenne amico di Scipione Emiliano. L'antica antipatia contro Roma si trasformò allora in ammirazione per il popolo che in breve tempo era divenuto padrone del mondo, e Polibio volle indagare le ragioni di una così rapida fortuna. Nel 151 a.C. venne offerto agli esuli achei di tornare in patria. Polibio tuttavia rifiutò e seguì Scipione nella campagna in Africa, dove assistette al sacco di Cartagine del 146 a.C. (vedi Guerre puniche). Quando scoppiò la guerra acaica, Polibio si recò in Grecia dove si avvalse della sua influenza presso i romani per ottenere condizioni favorevoli per le città greche sconfitte. L'ultima parte della sua vita fu dedicata alla composizione delle Storie, opera in quaranta libri che narra gli eventi dal 220 (inizio della seconda guerra punica) al 146 a.C. (caduta di Corinto). Ci sono giunti completi solo i primi cinque libri, degli altri abbiamo solo frammenti ed estratti. Per Polibio lo scopo della storia è principalmente didattico: deve educare l'uomo politico e insegnare ai lettori ad affrontare le calamità. Egli vuole scrivere una storia "universale", poiché ormai la storia del mondo si identifica con quella di Roma, e "prammatica", cioè fondata sull'analisi degli eventi politici e delle loro cause. Consultò, oltre alle opere degli storici precedenti, anche l'archivio della Lega achea e fonti ufficiali romane, ma la base principale della sua documentazione furono i testimoni oculari. La sua celebre analisi della costituzione mista, che contemperando monarchia, democrazia e aristocrazia si sottrae a mutamenti e degenerazioni, presenta molti punti deboli, ma esercitò un influsso notevole sul pensiero politico da Cicerone fino a Montesquieu e ai padri della costituzione americana. La lingua di Polibio è quella inelegante delle cancellerie ellenistiche, ma la sua narrazione è lucida e precisa, e la perdita di tanta parte dell'opera è una gravissima lacuna per la ricostruzione di un periodo cruciale della storia romana.

Demetrio I Sotere (di Siria)
(187 ca. - 150 a.C.)

Re di Siria (162-150 a.C.), figlio di Seleuco IV Filopatore. Tenuto come ostaggio a Roma durante il regno del padre e dello zio, Antioco IV Epifane, nel 163 a.C. riuscì a fuggire, depose e fece uccidere il cugino, Antioco V Eupatore, che era salito al trono di Siria in seguito alla morte del padre, Antioco IV. Il regno di Demetrio I fu contrassegnato dalla guerra contro gli ebrei, contro la Cappadocia e contro i medi. Fu chiamato Sotere (in greco Salvatore) dopo che ebbe liberato i babilonesi dal satrapo della Media, Timarco. Morì ucciso in battaglia combattendo contro l'usurpatore Alessandro Balas, un giovane di Smirne (Turchia) che pretendeva di essere figlio di Antioco IV Epifane ed era sostenuto da Roma e dai paesi confinanti con la Siria.


Demetrio I Sotere


vedere La Bibbia: 2Maccabei 14:1-13 1

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