La Chiesa dell’Immacolata - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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La Chiesa dell’Immacolata

Cenni Storici


[In Lavorazione]

50° anniversario della benedizione ed inaugurazione della Chiesa dell’Immacolata
di Nicola Marzella

Il giorno 20 giugno 2004 è ricorso il 50° anniversario della benedizione ed inaugurazione della Chiesa dell’Immacolata.
Ero piccolo avevo solo tre anni e mezzo, ma nella mia memoria è rimasto qualche ricordo di quel giorno; ricordo la posa della prima pietra, c’erano un gran palco e tantissime persone. Io ero con mia madre, che mi teneva per mano. Al momento della posa della prima pietra suonarono le sirene e tutti i bambini per paura scapparono sotto il palco, io non lo potei fare perché mia madre mi teneva stretto a lei. Della costruzione ricordo ben poco; solo il campanile, che vedevo quando scendevo dal paese e chiedevo sempre a cosa servisse quel gran pozzo, infatti, era rotondo e dall’alto sembrava proprio un pozzo.
Il resto, che oggi posso raccontarvi, mi è stato riferito dai miei genitori, dalle suore oppure l’ho visto nelle foto conservate nell’archivio delle Suore Benedettine.
L’8 dicembre 1953 il cav. Carlo Selbmann, alla presenza dell’Onorevole G. Andreotti, del Comm. Italo Gemini e di mons. G. Belvederi, fondatore delle Suore Benedettine di Priscilla, firmava con la Madre Priora delle Suore, l’atto di donazione del terreno. Lo stesso giorno sua Ecc. mons. Pizzoni, benediva e posava la prima pietra della nuova Casa del Signore, ai piedi del Promontorio del Circeo. La Chiesa, con annessa la casa delle Suore, su progetto dell’arch. Busiri Vici, fu costruita in tempi brevissimi, circa sei mesi. gurazione. Nella mattinata, attorniato da numerose compagnie religiose con stendardi, dal clero e da numerosissimi fedeli venuti anche da paesi vicini per onorare Maria Immacolata, sua Ecc. mons. Pizzoni varcava la soglia e benediceva mura e fondamenta della nuova casa, di cui la Madonna è l’augusta patrona; protegge il popolo del Circeo e tutti coloro che a lei fanno ricorso. La cerimonia si concludeva con la consacrazione dell’altare.
Nel pomeriggio giungevano a visitare la nuova Chiesa le autorità civili e religiose: l’Onorevole G.Andreotti con il comm. Italo Gemini accompagnati dal Sindaco di San Felice Circeo, Guido De Santis.
Il Card. Borgongini Duca ha celebrato la prima Messa nel nuovo tempio del Signore, affollato di fedeli d’ogni ceto sociale.
Sul monte alle spalle della nuova Chiesa fu posta una statua dell’Immacolata, opera dello scultore Angelo Gemini, perché dall’alto protegga i sanfeliciani. Annessa alla Chiesa si trova la casa delle Suore Benedettine di Priscilla, che da 50 anni svolgono il loro apostolato tra la gente del posto e tra i numerosi turisti estivi che vengono al Circeo.
E’ da ricordare che in questa chiesa si sono celebrati e si celebrano molti matrimoni, comunioni e battesimi.
Ricordo che da bambino frequentavo molto questa chiesa, oltre che per seguire la S. Messa anche per giocarvi con gli altri bambini, partecipare a brevi recite, fare lunghe passeggiate insieme alle suore e tante altre attività.
Vari sacerdoti si sono avvicendati in questa chiesa: mi ricordo di don Ludovico, sacerdote tedesco, che è rimasto talmente affezionato da venirci a trovare ogni anno; purtroppo l’ultima volta che è venuto è rimasto con noi per sempre, morendo tragicamente qui, nel paese che amava tanto. Mi ricordo anche di don Janos, ungherese, scappato durante la rivoluzione dalle carceri del suo paese dove era stato rinchiuso per molti anni. Grazie all’attività delle suore sono nate delle vocazioni in questa Chiesa: Maria Palombi, oggi Suor Agnese nella stessa comunità delle Benedettine di Priscilla. Ulderico Calisi, oggi don Uldericodell’ordine dei Salesiani, parroco in una grande chiesa di Roma vicino l’Ateneo Salesiano. Una piccola vocazione l’ho avuta anche io: ho trascorso otto mesi come missionario laico in Brasile (Mato Grosso) per la costruzione di un ospedale.
Il 50° anniversario della costruzione della Chiesa dell’Immacolata, 20giugno 2004, si è voluto festeggiare in maniera degna ed adeguata, grazie anche ai generosi contributi di fedeli e benefattori, che hanno permesso la realizzazione della manutenzione esterna della chiesa e l’acquisto di un nuovo impianto acustico. Si è cominciato con un periodo di tre giorni di preparazione, alla quale hanno partecipato anche sacerdoti del paese con interventi a tema: il primo giorno don Isidoro Petrucci, sanfeliciano e frequentatore sin da bambino della chiesa, ha parlato del Tempio di Dio, il secondo don Ulderico Calisi è intervenuto sulle vocazioni ed infine mons. Salvini, confessore delle suore, ha terminato la preparazione spirituale con un rito penitenziale.
Sabato 19 giugno, sua Ecc. mons. Pecile, ex vescovo diocesano ed ex segretario di sua Ecc.mons. Pizzoni, fedele frequentatore della chiesa, ha celebrato la S. Messa, al termine della quale è stata benedetta una lapide posta in ricordo del comm. Italo Gemini e di quanti hanno collaborato alla sua costruzione. Il Sen. G. Andreotti, presente alla cerimonia, ha voluto commemorare mons. G. Belvederi, fondatore delle Suore, e il comm.Italo Gemini, grazie ai quali è stata possibile la realizzazione di questa Chiesa. E’ stata inoltre inaugurata una mostra fotografica, che ricorda le varie fasi della costruzione, il giorno dell’inaugurazione e vari avvenimenti accaduti in questi cinquant’anni.
Il 20 giugno il Vescovo diocesano, sua Ecc.mons. Giuseppe Petrocchi, ha celebrato nel pomeriggio la S. Messa a conclusione dei festeggiamenti ricordando quanto è stato ed è importante la Chiesa dell’Immacolata per la comunità religiosa di San Felice Circeo. Posso oggi ritenermi fortunato di aver potuto collaborare, come del resto ho sempre fatto sin da bambino, a questo festeggiamento del 50° anniversario di quella che io considero la miaseconda casa.

da "Centro Storico", Bimestrale gratuito - Anno 2 n.9- Dicembre 2004

Michele Busiri Vici
Roma, 2 maggio 1894 – Roma, 4 febbraio 1981

Nel 1921 si laurea presso la Scuola Superiore d'Ingegneria a Roma. Comincia la sua professione collaborando nello studio del fratello maggiore Clemente. Insieme realizzano negli anni 1926-1928 i Castelli già "Gualino" di Sestri Levante e la villa-museo Gualino di Torino.

Nel 1930, senza la collaborazione del fratello, realizza la villa Attolico, nei pressi di Porta Latina a Roma. Per l'Esposizione Universale del 1942 (E42) partecipa con il collega Luigi Piccinato alla sistemazione dei parchi e giardini dell'Eur. È di quel periodo anche il restauro del Castello di Torrimpietra nei pressi di Roma.

Nel 1939 si reca negli Stati Uniti dove ottiene la cittadinanza onoraria di New York per la progettazione del Padiglione Italiano all'Esposizione Universale.

Nel 1955 viene chiamato a comporre il piano regolatore del litorale di Sabaudia. Nella stessa zona tra Sabaudia e San Felice Circeo realizzerà, nel corso degli anni, numerose ville elaborando un suo stile personale ("Architettura mediterranea"), caratterizzato da forme morbide e da murature in calce bianca e da infissi del colore ormai noto come verde Busiri. Negli anni successivi lavora anche alla sistemazione degli scavi di Ostia antica e realizza alcune ville sull'Appia Antica, Anzio e Torrimpietra. Nella sua lunga attività si occupa dei più vari aspetti dell'architettura. Per il settore navale realizza l'arredamento della turbonave Raffaello della Compagnia Italia - Società di Navigazione.

Mentre nel campo dell'edilizia residenziale di città da un contributo al rinnovamento residenziale di Atene e di Roma, dove rimangono caratteristici gli edifici dagli infissi verde Busiri nella zona di Vigna Stelluti, Ponte Milvio e Parioli.

A Porto Cervo, agli inizi degli anni sessanta, viene incaricato dal principe Karim Aga Khan IV, insieme ad altri noti architetti dell'epoca (Luigi Vietti e Jacques Couelle) della realizzazione della "Costa Smeralda", per la quale progetta la chiesa Stella Maris di Porto Cervo, gli alberghi Romazzino e Luci di la Muntagna, il quartiere Sa Conca, oltre a numerose ville.

Sviluppando un suo stile ispirato all'Architettura mediterranea, già sperimentato sul litorale pontino, con l'adozione di forme ancor più morbide, quasi sempre rivestite a calce, e con elementi di decoro ripetuti (quali i comignoli, gli archi a sesto acuto, le feritoie triangolari, il coppo e la ceramica mediterranei), apporta un contributo determinante alla creazione del paesaggio contemporaneo della Costa Smeralda.

Nel 1977 si ritira dall'esercizio della professione.

Bibliografia: Marina Natoli (a cura di), Michele Busiri Vici. Paesaggio e architettura nel litorale laziale 1941-1973, Roma, Fratelli Palombi, 2001.

Fotografie e Cartoline
per gentile concessione di ...

19 Settembre 2012 | agg.1

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