La terza guerra punica - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
Vai ai contenuti

La terza guerra punica

Cartagine, malgrado la sconfitta durissima, col passare degli anni si riprese. Le sue navi ritornarono a percorrere i mari, i traffici rifiorirono. Qualcuno a Roma si allarmò e temette che si rinnovasse l'antica minaccia. "Bisogna distruggere Cartagine", ripeteva nelle assemblee un anziano senatore, Marco Porcio Catone; e sosteneva che bisognava affrontare subito l'avversario, prima che la città, che con il suo territorio contava 700.000 abitanti, diventasse nuovamente pericolosa.


Nell'anno 150 a.Cr. una spedizione partì per l'Africa, condotta da Publio Cornelio Scipione Emiliano, nipote del vincitore di Annibale. Dopo un assedio di tre anni Cartagine fu distrutta (146 a.Cr.) e il suo territorio trasformato in una provincia romana, a cui fu dato il nome di Africa e che ebbe per capitale la città di Utica.

La distruzione di Cartagine

La drammatica fine di Cartagine viene così descritta da uno storico greco: "Sei giorni e sei notti durò la lotta. Molti legionari romani, esausti, si ritirarono dalla mischia e furono sotituiti da altri. Scipione l'Emiliano era sempre alla lora testa, incurante della fatica, della fame, del sonno. Fu pattuita la resa dei Cartaginesi: una moltidudine di 50.000 persone, fra uomini e donnne, ebbe il permesso di uscire dalla rocca, tranne un gruppo di disertori romani che vi si richiusero dentro. Poi tutto fu bruciato e Cartagine visse la sua ultima ora. Era durata settecento anni, ed ora non restava più pietra su pietra".

Appiano
28 ottobre 2016 | agg.1
Le condizioni imposte da Roma a Cartagine dopo la vittoria di Zama

[...]

Polibio
Torna ai contenuti