387 a.Cr. I Galli invadono l'Italia e saccheggiano Roma - Circeo - Storia e Leggenda

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387 a.Cr. I Galli invadono l'Italia e saccheggiano Roma

A questo punto della storia romana, una grave minaccia mise in pericolo la sopravvivenza sia dell'Etruria, sia di Roma. Dalle Alpi scesero nella valle padane, a varie riprese, dei guerrieri semibarbari che, sotto la guida di capi intelligenti e coraggiosi, si sostituirono abbastanza rapidamente ai piu' antichi insediamenti etruschi a nord dell'Appennino.

Erano costoro i Celti, o Galli come li chiamarono i Romani (Keltoi, Galati in altre dizioni), i quali erano passati attraverso le esperienze culturali di Hallstatt e di La Tene, per stabilire poi fitte relazioni commerciali con gli Etruschi e i Greci già a partire dall'VIII secolo a.Cr.

Ancora oggi i nomi di alcune città ricordano la presenza di quel popolo. Ad esempio Bologna (in latino Bonomia) derivò il nome della tribù dei Galli Boi, mentre prima aveva il nome etrusco di Felsina. Così pure Senigallia (in latino, Sena Gallica), presso Ancona, fu così chiamata da un gruppo dei Galli Senoni.

Seguendo le loro abitudini seminomadi, alcune tribù di Galli, guidate da un capo di nome Brenno, intorno al 390 a.Cr. scesero in Etruria saccheggiando campagne e città; poi penetrarono nel Lazio e invasero Roma, dopo aver travolto il suo esercito presso il fiume Allia (affluente del Tevere). Resistette soltanto il Campidoglio, la parte alta e fortificata della città, che fu assediata per circa due mesi.

I Galli dilagarono in città e chiesero, per andarsene, un grosso riscatto. La tradizione romano riportò che essi non poterono occupare il Campidoglio (episodio delle oche che, starnazzando, svegliarono la guarnigione comandata da Marco Manlio che fu detto poi Capitolino) e che Furio Camillo rispondesse all'insolenza dei Galli, che pesavano anche le loro spade per aumentare il prezzo in oro, con una vittoria militare.


Più probabilmente, i Galli, depredato quanto era possibile, si allontanarono spontaneamente.

La Gallia Cisalpina restò a lungo per i Romani un territorio estraneo; il primo trattato di alleanza fu firmato nel 331 a.Cr. Le tribù dei Galli stanziati nelle Marche e in Emilia furono associate allo Stato Romano nel III secolo a.Cr. Soltanto molto tempo dopo, nel I secolo a.Cr., la Gallia Cisalpina fu unita politicamente al resto dell'Italia, ad opera di Giulio Cesare, che estese ai Galli la cittadinanza romana.

La cultura di La Tene

Tra il V e il I secolo a.C. i celti si diffusero dalla Spagna alle coste del Mar Nero, dando vita a una tarda fase dell'età del Ferro che prende il nome di cultura di La Tène, dall'omonima località della Svizzera. Tra il IV e il III secolo a.C. il mondo celtico attraversò un periodo di instabilità, forse dovuto alla pressione dei popoli nordici, che provocarono una serie di migrazioni: i celti penetrarono nel mondo greco-romano, invadendo l'Italia settentrionale, la Macedonia, la Tessaglia, e saccheggiando Roma (390 a.C.) e Delfi (279 a.C.); alcuni gruppi si spinsero fino in Asia Minore.

La cultura di Hallstatt

Anche se i celti rappresentano il più importante nucleo di popolazione dell'Europa dell'età del Ferro, le loro origini risalgono alla cultura dei campi di urne della tarda età del Bronzo, diffusa nell'Europa centrale e orientale tra il 1300 e l'850 a.C.
più antichi reperti archeologici provengono dalla regione corrispondente alla Francia e alla Germania occidentale e sono databili alla tarda età del Bronzo, intorno al 1200 a.C. L'inizio dell'età del Ferro è caratterizzato dalla cultura di Hallstatt (VIII-metà del V secolo a.C.), che prende il nome dal sito omonimo nell'Austria settentrionale. Il periodo tardo di Hallstatt (VI secolo a.C.) è anche detto "età dei principi" per le monumentali sepolture (come quelle di Hochdorf, Vix, Saint-Colombe) e le imponenti fortificazioni (come a Heuneburg), che appaiono attribuibili a una sopraggiunta ricchezza delle aristocrazie celtiche, tale da giustificare sia lo sfarzo sia la necessità di difesa.


agg.1 28.08.2005

agg.2 17.03.2012
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