Le Cave del Circeo - Circeo - Storia e Leggenda

Storia e Leggenda del Circeo
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Le Cave del Circeo

L'Alabastro del Circeo

Il Monte Circeo è stato sempre una ricca fonte per l'estrazione delle pietre e soprattutto dell'alabastro. Un minerale prodotto dal lento deposito di carbonato di calcio. Sembra certo che gli etruschi abbiano sfruttato la Cava di Alabastro del Quarto Caldo. La particolarità di questo tipo di materiale dalla grana fine e di una una delicata colorazione bianco-gialla, unica nel suo genere, è stata riscontrata nella realizzazione di oggetti finemente lavorati rinvenuti nelle tombe etrusce (Fonteanive). L'alabastro del Circeo sarebbe stato molto utilizzato prima dell'introduzione del marmo lunense nell'Etruria meridionale.

La bellezza degli Alabastri-Onici, debbono avere sicuramente attratto l'attenzione anche degli antichi Romani dal momento che di tale materiale se ne osservano tracce nei più celebri monumenti dell'Urbe e del Lazio.

Successivamente si ebbe una lunga stasi, fino alla fine del 1500, dell'estrazione e dell'uso di questo materiale dato che poche tracce si hanno all'infuori di qualche accenno in rarissimi libri. Per l'utilizzazione di questo materiale vi fu una ripresa tra il principio del XVI Secolo e la fine del XVIII, come lo attestano le varie applicazioni in alcuni templi religiosi come le Basiliche di San Pietro, San Paolo, Santa Maria Maggiore e altre chiese minori a Roma.

L'importanza del giacimento e dei massi che venivano estratti dalla montagna era tale da consentire di poter fornire materiale per qualsiasi lavoro edilizio, arredamento e di soprammobili, compresi grandi basamenti, pilastri, colonne etc.

Le altre Cave

Il Capponi nel 1856 enumerava quattro cave: due al Quarto Caldo, presso la Batteria di Torre Moresca e a Torre Fico, una al Monte Morrone e una a Monticchio. Tuttavia in occasione dei lavori di Bonifica del Consorzio di Piscinara (1930) le cave in attività erano la Cava di Guardia di Orlando, al Brecciaro o Brecciaio, quella alla base del Colle Monticchio a la Cona e quella di Mezzomonte.

Il lavoro di bonifica fu un'opera immensa: dal 1926 al 1937, per bonificare l'agro, furono impiegate ben 18.548.000 giornate-operaio con il lavoro di cinquantamila operai, reclutati in tutto il Paese. Oltre alle cave, al prosciugamento delle paludi, la costruzione dei canali, ci fu l'azione di disboscamento delle foreste e la costruzione dei nuovi centri, che sorgevano man mano nei nuovi territori.

Sabaudia e le altre cittadine pontine e relative case coloniche, in gran parte, furono costruite con pietra e le strade selciate con ghiaia del Circeo.

Nel ricordo di Elena (Galba77)

Bellissime queste foto .. Non le avevo mai vista .. La cava di Mezzomonte ... Sentivo da piccola i grandi che raccontavano che la pietra ricavata in questa cava era stata utilizzata anche per la costruzione di Sabaudia... E veniva trasportata lungo un binario che partiva dalla cava ed arrivava fino alla cittadina... Parliamo degli anni trenta ... Io non ero ancora nata ma da piccola ho frquentato quella zona perche' a non piu' di 200 metri vi abitavano i miei nonni ... Essi avevano costruito una casa di pietra in quel posto perche' avevano un terreno ... Avevano lasciato la casa al centro storico perche' con una famiglia di 10 figli quella casa era divenuta troppo piccola ... Oltre a considerare la comodita' di avere la casa vicino a dove si lavorava senza dover ogni mattina con il mulo attaccato al carretto scendere lungo via xx!vMaggio e raggiungere il vigneto per poirisalire la sera al calar del sole ... Dicevo frequentavo la zona della cava perche' era la casa paterna di mio padre che mi ci portava la domenica e durante l'estate a far visita ai suoi genitori ..

E mi ci pure lasciava a dormire ... Mi piaceva stare li' ed insieme ad una mia cuginetta che era di casa esploravamo i dintorni ... La strada di accesso alla cava ed a casa di mio nonno era una strada di breccia e forse da qui la denominazione di via del Brecciaro ...c'erano tanti operai che lavoravano alla cava ... Anche un mio zio fratello di papa'... Mi ricordo anche dell'incidente occorsogli mentre esplodeva una mina ... Ci fu tutto il paese in apprensione per lui ... Fortunatamente si salvo'... Quando i minatori facevano esplodere le cariche di dinamite per spaccare la roccia chiudevano tutta la strada di accesso ed il bosto echeggiava per tutta la montagna ma si sentiva anche

Alla cona e pure su al centro storico che sta alla parte opposta della cava... La via del Brecciaro era un via vai di camion che caricavano i materiali lavorati e li portavano a destinazione la ' dove servivano per la costruzione di una casa diuna stada o di una recinzione ... Parlo di anni sessanta che il circeo era tutto un fermento di lavori nell'edilizia.... Nonna aveva paura a mandarci per strada perche' il traffico era tanto ... Le nuvole di polvere si alzavano dalla cava dalla strada che tutto bianco diventava ... La concessione per l'estrazione della pietra dalla cava in quegli anni di cui vi parlo era di Aldo di Maggio che l'aveva ricevuta dal suocero Maiolati dopo che ne aveva sposato la figlia ... Termini e accordi non sto qui a parlarne perche' non li so .... E poi la cava fu chiusa ... Quando nel silenzio che ne consegui' mi soffermavo a guardarla .. Vedevo una enorme parete bianca che riluceva al sole in mezzo ad uno spazio verde che era la foresta che la circondava ... S'erano portati via la meta' di quella collina prima di capire che sarebbe stata una ferita insanabile per il monte Circeo che la natura ci avrebbe messo secoli per cicatrizzarla .... Era una cattedrale nel deserto Anche via del Brecciaro si zitti' ... La' dove prima i rumori erano una cosa impossibile comincio' il silenzio tranquillo e cadenzato dalle stagioni di un qualsiasi luogo di campagna... E cosi' nonna a farci uscire per strada non ce lo vietava piu' ... Imparammo su quella strada ad andare in bicicletta e sempre piu' audaci arriva amo alla cava .... Quella parete di roccia bianca spaventava due bambine per la sua immensita'... A differenza di oggi che si' come grandezza e' pari ad allora ma adesso e' sporca che gia' la natura ha cominciato l'opera di risanamento e la roccia si ricopre di terriccio di muschio ... Allora era di un bianco che ...ma di un bianco che accecava gli occhi e sembrava immensa che pure eravamo bambine ma sempre mezza montagna era ....

Ora il pericolo era rimasto la caduta sassi e cosi' l'area attorno alla cava fu transennata perche' qualcuno ancora andava a cavare roccia per uso personale ... E rimase cosi per tantissimi anni ... Le macine che trituravano la pietra per farne breccia i silosche contenevano la calce viva sono rimasti per tanti anni come monumenti a testimoniare l'attivita' della cava ... Ora sono arrugginiti .. Ci sono dei buncher che servivano per il riparo dei minatori ... Buncher fatti di cemento armato che si stanno deteriorando con i segni del tempo ...

Da bambina mi piaceva l'idea di quel binario che portava i carri pieni di roccia a Sabaudia... Immaginate che su quei binari ci toglievano i carri e ci mettevano un trenino per il trasporto di persone e cose da e per San Felice ... Invece di smontarli a fine costruzione della citta di bonifica ... Forse oggi pure noi ci potevamo vantare di avere la ferrovia....

Mio nonno non costrui' la sua casa di pietra con le pietre della cava ma utilizzo' le pietre che aveva cavato prima di impiantare la vigna dal suo terreno ...che soldi per comprarla non ce ne aveva ...povero era con tanti figli ... E quando ne ebbe rammucchiata un bel po' comincio' a costruire ..e poi per coprirla ci piazzo' un bel tetto di legno con travi importanti ... Ed infine le tegole ... La casa sta ancora li' che si affaccia su quella montagna maestosa tanto e' vicina e la cava di fianco a baluardo come esempio di tanto scempio .... Galba....

27 agosto 2012 | agg.1

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